Special Mention #PrixItalia2016: Raccontare la storia di una leggenda


Artyom Ovcharenko nel ruolo di Rudolf Nureyev
 
“Rudolf Nureyev – Danzare per la libertà” di Richard Curson Smith ha ricevuto una menzione speciale durante l’edizione 2016 del Prix Italia nella categoria TV Performing Arts. Il film è incentrato sulla famosa fuga di Nureyev al di là della Cortina di ferro.

Secondo la giuria, ha drammatizzato questo momento cruciale della vita del ballerino, “usando l’atmosfera più appropriata, splendide immagini, interviste esclusive e performance straordinarie”.

Guardiamo al lavoro che sta dietro questo documentario con il regista Curson Smith.

Come mai ha deciso di concentrarsi su questo momento specifico della vita di Nureyev?

In molti dei miei film cerco di concentrarmi su un momento specifico, soprattutto in quelli che riguardano figure iconiche. Il momento in cui tutto si trasforma. Se si riesce a individuare il momento giusto, quello che ha cambiato le vite di tutti i personaggi coinvolti, e le persone giuste per raccontarlo, si può ottenere una narrativa cinematografica davvero coinvolgente. Per me questo è più emozionante e interessante di un approccio biografico in senso più ampio.

Con una vita ricca e drammatica come quella di Nureyev avevamo varie opzioni, molti momenti forti, ma io sono sempre stato ossessionato dalla sua defezione a Parigi nel 1961. È stato in quel momento che è diventato una super star, un attore sulla scena della Guerra Fredda. È stato allora che la sua forza è stata messa più duramente alla prova. Ci sono amore, spionaggio, tradimento. Cosa si può chiedere di più?

Come ha costruito il film a partire da questo momento e quali sono state le sfide più significative in questo tipo di narrazione?

Io ho diretto film che sono puri e semplici documentari, ed altri che sono sceneggiati con degli attori. Combinare queste due tipologie di film in maniera efficace è una sfida. Tuttavia, fin dall’inizio sapevo che per questa storia avrei avuto bisogno di entrambi gli aspetti.

Ci sono numerose persone, sia russe che francesi, che hanno dato un’impronta a quegli eventi e che sono ancora vivi, con delle prospettive sulla storia completamente diverse tra loro. Questo era essenziale. Tuttavia, Nureyev non è più tra noi, e non ci sono filmati di lui che si esibisce a Parigi durante quegli eventi straordinari, quindi sapevo che la drammatizzazione avrebbe guidato la storia.

La difficoltà più grande è stata trovare qualcuno che potesse recitare la parte di Rudolf Nureyev, qualcuno che fosse credibile per il pubblico. L’aspetto di Nureyev, il suo atteggiamento, il suo modo di danzare, erano tutti molto peculiari. Fortunatamente, gli dei della danza ci hanno sorriso. Eravamo a San Pietroburgo per filmare alcune interviste e io già mi stavo agitando all’idea che potessimo non trovare il nostro Rudolf. Stavo sfogliando un numero della versione russa di Vogue, quando ho visto quella che pensavo fosse una foto di Rudolf che non avevo mai visto prima. Quando ho guardato meglio, ho realizzato che non era Nureyev, era un ragazzo di nome Artyom Ovcharenko, star del momento al Bolshoi. Siamo partiti immediatamente per Mosca. Sapevo che avevamo trovato l’uomo giusto non appena l’ho incontrato. Artyom è saggio, gentile, un’ispirazione, e un amico, che si è rivelato un attore di talento.

Qual è stata la sua reazione all’aver ricevuto la menzione speciale nella categoria TV Performing Arts del Prix Italia di quest’anno?

Come tutti i finalisti, mi sono dispiaciuto quando ho scoperto che il nostro film non aveva vinto. Comunque, è stato bello ricevere una menzione speciale. È un onore. Chissà, magari vinceremo la prossima volta!