Notizie e giochi: quali sono le potenzialità dei news games?


L’accostamento di notizie e giochi può suonare sbagliato alle orecchie di molti. La combinazione di gioco e notizia è un errore oppure un’opportunità per aumentare l’interattività e consentire alle emittenti di crescere?

Alcune organizzazioni, dal New York Times a Fusion, hanno condotto degli esperimenti in questo senso. L’ultimo news game del NYT è “The Voter Suppression Trail”, parte di una serie di Op-Docs sull’elezione presidenziale del 2016.

Secondo Maxwell Foxman, dottorando presso il Tow Centre for Digital Journalism della Columbia Journalism School, quella dei giochi all’interno dei media è una storia lunga, anche se definire quale sia il loro spazio all’interno di una redazione è piuttosto difficoltoso. “Alla fine del decennio scorso, c’era un grande interesse nell’incorporare dei giochi,” spiega Foxman. “Verso la metà degli anni 2000 si usavano news games per illustrare argomenti altrimenti difficilmente raffigurabili o per affrontare problemi ampi, come questioni di bilancio o il cambiamento climatico.”

Per scrivere il suo report, “Il gioco nelle news: Divertimento e giochi nel giornalismo digitale”, Foxman ha passato del tempo in varie redazioni negli Stati Uniti e ha parlato con molti professionisti del settore. “Quando si parla di news games con dei giornalisti, spesso dicono che è uno degli strumenti a loro disposizione e che la scelta di ricorrervi dipende dalla storia,” dice Foxman.

In aggiunta, per produrre un news game dettagliato e coinvolgente occorrono tempo, denaro e personale dedicato. Solo un numero limitato di organizzazioni ha a disposizione tutto questo.

I news games come uno strumento per le redazioni

Miguel Sicart, professore associato presso il Center for Computer Game Research dell'IT University Copenhagen, definisce un news game come “un gioco con l’intenzione di partecipare al dibattito pubblico”. Durante il corso della sua ricerca, Foxman, è però passato a utilizzare il termine “news toy” (giocattolo). “Puoi giocare con un giocattolo,” spiega, “ma ha una fine aperta; un gioco, invece, ha sempre un risultato finale, o vinci o perdi”.

Stando a quanto ha avuto modo di osservare in diverse redazioni, “non c’è molto stigma quando si tratta di giochi, ma ci sono domande relative alla loro utilità pratica”. Ovvero: come usare un news game, quando, destinando quante risorse.

Ci sono due modi di produrre un news game in una redazione, spiega Foxman. L’organizzazione può investire nel disegnare dei format, ovvero dei modelli che possono essere riutilizzati più volte (è il caso dei quiz), oppure può destinare risorse alla costruzione di “features”. Quest’ultimi spesso vengono inclusi in progetti più ampi.

Un esempio di feature è “Tallanasty” del Miami Herald, che interroga gli utenti sulle scelte che farebbero per fronteggiare la corruzione all’interno del governo locale.

Gamificazione vs News games

Secondo Raul Ferrer Conill, dottorando alla Karlstads Universiteit in Svezia, “gamificazione significa che lo scopo non è trasformare un’attività in un vero e proprio gioco, ma piuttosto aggiungere degli elementi propri dei giochi al design”.

In Europa, questo è un trend in crescita in molti settori. Quando si tratta di mezzi di informazione, però, il trend è più lento “perché molte persone rimangono convinte che giochi e notizie non dovrebbero mischiarsi”.

Tuttavia, continua Ferrer, “dal momento che il consumo di notizie da parte di un pubblico giovane è calato e la gamificazione offre la promessa di coinvolgerlo, molte aziende hanno iniziato a cambiare idea”. Una delle prime organizzazioni europee a farlo con successo è stato il Guardian che ha gamificato lo scandalo delle spese dei parlamentari e ha chiesto ai suoi lettori di leggere i documenti online in cambio di punti.

Secondo Ferrer, però, questo tipo di gamificazione è diverso dai news games veri e propri, dal momento che aggiunge semplicemente dei meccanismi di gioco a dei prodotti giornalistici pre-esistenti. In aggiunta, finora i news games sono stati creati soprattutto da designer e programmatori con un interesse particolare per uno specifico argomento, non da giornalisti.

“I news games sicuramente forniscono un modo diverso di accedere alle notizie, ma rappresentano solo una minima porzione di tutti i nuovi formati prodotti dai media al momento”, spiega Ferrer. Sottolinea anche che c’è stato un calo nel numero di redazioni che hanno sperimentato con i news games dal momento che questi non hanno raggiunto la popolarità sperata.

I news games contribuiscono anche a ridisegnare la relazione tra giornalisti e pubblico, dice Foxman. “Per innumerevoli ragioni, i giornalisti sono investiti del ruolo di ‘guardiani’ delle notizie, ma il tipo di feedback che c’è tra i designer di videogiochi e chi li gioca è completamente diverso – un gioco è valido solo se funziona per chi lo gioca.” Con i news games, questo tipo di dialogo può avere luogo anche tra i giornalisti e il proprio pubblico.

Mancanza di strategia

Ian Bogost, progettatore di video giochi, professore e autore di “Newsgames: Journalism at Play”, è piuttosto scettico. “I news games vengono ancora visti come una curiosità,” spiega, “una sorta di oggetto retorico da usare per parlare di innovazione all’interno delle redazioni.”

Secondo Bogost, “non c’è un’offerta di news games sufficiente per elevarli al di sopra della mera curiosità, non c’è una strategia vera e propria”. In aggiunta, i news games a trovare spazio vista la natura fortemente reattiva delle news online.

Resta vero che i news games potrebbero portare dei vantaggi, soprattutto quando si affrontano argomenti o fenomeni complessi. Tuttavia, ci sarebbe bisogno di un team all’interno della redazione che si concentri solo su questo, affinché possano rispondere anche a necessità dettate dall’attualità.

“Non è un problema di potenziale,” dice Bogost, “piuttosto dovrebbe esserci la volontà di raggiungere questi obiettivi su una scala più ampia, e non credo succederà a breve.”