L’evoluzione del giornalismo internazionale


Foto di Mstyslav Chernov (Wikimedia Commons)
 
Il panorama del giornalismo internazionale affronta per sua natura una costante metamorfosi. Al momento, il cambiamento è trainato dalla volontà di ridurre i costi, dall’aumento dei collegamenti via internet e dal crescente utilizzo di YouTube e filmati amatoriali.

Caroline Lees, ricercatrice presso il Reuters Institute for the Study of Journalism e caporedattore del sito in lingua inglese dello European Journalism Observatory, si è occupata di studiare il modo in cui sta cambiando il ruolo di corrispondenti e fixer.

Lei ha condotto un’ampia ricerca sull’argomento, quali sono le sue conclusioni?

Quello che ho rilevato è che il giornalismo internazionale sta cambiando in parte a causa di un aumento dei rischi per la sicurezza dei giornalisti e del taglio dei fondi, e in parte come conseguenza di collegamenti migliori.

È più facile accedere ai contenuti e i giornalisti non sono più i “guardiani delle notizie” in senso tradizionale, soprattutto i corrispondenti all’estero. Mentre in passato i mezzi di informazione e il loro pubblico dovevano fare affidamento sull’interpretazione degli eventi fornita dal proprio corrispondente, ora hanno accesso a informazioni e filmati tramite social media, YouTube e vari blog e piattaforme online, tutti pubblicati direttamente in internet.

Tuttavia, i corrispondenti sostengono di giocare ancora un ruolo vitale, sebbene diverso dal passato, nell’interpretare e verificare queste informazioni, analizzando gli eventi e contestualizzandoli.

Un altro cambiamento risiede nel fatto che le varie organizzazioni fanno sempre maggior affidamento sui giornalisti locali per le notizie dall’estero – non solo per aiutare i loro corrispondenti sul campo, ma anche per inviare materiale direttamente alla redazione – senza avere nessun obbligo nei loro confronti, dal momento che per la maggior parte si tratta di freelance. Eppure a questi giornalisti viene richiesto di farsi carico di rischi che i corrispondenti non si assumerebbero.

In che misura è cambiato il giornalismo internazionale? Quali sono stati i cambiamenti positivi e quali quelli negativi?

Il giornalismo internazionale è cambiato per tutta una serie di ragioni differenti. La prima motivazione negativa è che i giornalisti sono diventati un bersaglio – in passato erano tollerati da entrambi gli schieramenti di un conflitto in quanto osservatori neutrali, adesso però sono presi di mira per rapimenti ecc. È possibile che un cambiamento in questo senso sia avvenuto a partire dall’omicidio del giornalista del Wall Street Journal Daniel Pearl, ucciso nel 2002 in Pakistan mentre intervistava un jihadista.

Il secondo cambiamento negativo è stato il taglio delle operazioni all’estero da parte della maggior parte delle organizzazioni, a causa della digitalizzazione e dei cambiamenti sostanziali che ha causato nelle modalità di raccolta e consumo delle notizie.

Tuttavia, un cambiamento di segno positivo è dovuto alla stessa digitalizzazione: l’aumento del contenuto prodotto dagli utenti (citizen journalists locali che inviano filmati direttamente alle redazioni). In aggiunta, i social media sono diventati una fonte di contenuto per i giornalisti, e anche per il pubblico.

In che senso una crescente interconnessione ha cambiato l’approccio dei giornalisti alle fonti e al proprio lavoro?

Grazie a un incremento delle connessioni, i giornalisti possono verificare le informazioni, raggiungere i propri contatti e trovare possibili fonti molto rapidamente, spesso nel giro di pochi istanti. Questo implica anche una generale consapevolezza del pubblico nei confronti delle notizie e dell’informazione.

Come è cambiato l’atteggiamento di emittenti pubbliche e private nei confronti delle notizie dall’estero – quanto sono importanti, quanta parte delle proprie risorse vi dedicano?

Le emittenti pubbliche, come la BBC, continuano a destinare risorse alle notizie dall’estero, dal momento che credono sia un modo per distinguersi dalle emittenti commerciali, e non dipendono dagli introiti per finanziarle.

Dall’altro lato, le emittenti commerciali sostengono che gli uffici di corrispondenza siano troppo costosi. È raro che ottengano un incremento nella pubblicità grazie alle notizie dall’estero e quindi spesso preferiscono finanziare altre aree più profittevoli. Mentre il guadagno diminuisce e i mezzi di informazione si riorganizzano, la copertura dell’estero è una delle aree che ha subito maggiori tagli. Le organizzazioni commerciali possono dedicare risorse alle storie con maggior risonanza (per esempio le elezioni americane) ma magari non a tutte le notizie dall’estero. Gli uffici verranno chiusi e la figura del corrispondente sarà probabilmente sostituita da quella di un freelance che lavorerà da casa per varie emittenti diverse, piuttosto che da un ufficio preposto.

Cos’altro possiamo aspettarci dal futuro?

Nuovi modelli di reportage dall’estero, che includano un maggior livello di aggregazione. Ci si aspetterà che i giornalisti verifichino le informazioni e forniscano analisi e contestualizzazione del materiale prodotto dagli utenti, piuttosto che semplicemente raccontare quello che accade sul campo.

Il pubblico ricorrerà sempre di più ai social media per ottenere le notizie, comprese quelle dall’estero, piuttosto che far riferimento ai media tradizionali (anche se rimane una certa fiducia nei canali tradizionali).