Con i loro occhi


Foto credit: MSF
 
Costretti ad abbandonare la loro casa, sfollati all’interno dei propri paesi oppure in attesa alla frontiera di paesi lontani, in tutto il mondo le persone in fuga sono più di 60 milioni. Medici Senza Frontiere la definisce un’emergenza umanitaria epocale. Sono proprio loro che l’Onu ha voluto ricordare ogni anno con la Giornata mondiale dei rifugiati.

Le ragioni che spingono queste persone a fuggire sono svariate, e negli ultimi anni la guerra in Siria che si è attestata al primo posto come principale causa di migrazione forzata, seguita da altre situazioni di conflitto complesse, come in Afghanistan o in Somalia. La metà della popolazione rifugiata nel mondo è al di sotto dei 18 anni di età. Solo in Europa nel corso del 2015, MSF ha dovuto triplicare i suoi sforzi, per far fronte all’aumento esponenziale di sfollati, rifugiati e richiedenti asilo, in particolare nel Mediterraneo e nel mar Egeo.

Per sensibilizzare il pubblico, l’organizzazione ha fatto ricorso anche alla realtà virtuale, con una istallazione che è partita a Roma e che andrà in tour in varie città italiane e che include video girati in 360 gradi dalla Siria ai Balcani e in Sud Sudan. Nel momento in cui si indossa il visore, la stanza svanisce. Si sta in piedi in un ospedale circondati da persone ferite in un bombardamento in Siria mentre partecipavano ad un funerale. Nelle orecchie non ci sono più i suoni della tenda o di Roma, ma le voci di chi era sotto le bombe e racconta la propria esperienza. Poi ci si sposta a Lesbo e si guarda il mare, i giubbotti di salvataggio che galleggiano a pelo d’acqua, per poi passare alle lunghe marce attraverso i Balcani, nel tentativo di raggiungere confini che sempre di più rimangono chiusi.

“Vogliamo mettere il pubblico nei panni delle persone che sono costrette a mettersi in viaggio, spesso con un grande rischio per la loro vita”, spiega François Dumont, direttore della comunicazione di MSF Italia. Nell’ultimo anno la realtà virtuale si è rivelata uno strumento molto potente, anche in ambito giornalistico, e sempre più attori si rendono conto delle sue potenzialità quando si tratta di avvicinare e far capire ciò che è lontano. Per alcune storie, come quelle raccontate da MSF nella sua istallazione, infatti funziona lasciare che l’utente si immerga a pieno all’interno di spazi che altrimenti non avrebbe modo di conoscere.

Dumont rivela due tendenze gravi in aumento. “Al momento c’è una concomitanza di crisi umanitarie e guerre, e sempre di più notiamo una tendenza ad ignorare le regole di diritto internazionale umanitario.” – spiega – “Avviene soprattutto in paesi come la Siria, lo Yemen, il Sudan o l’Afghanistan. Il problema è che quelle regole sono le norme che permettono alle organizzazioni umanitarie di raggiungere le popolazioni in difficoltà”.

Un secondo aspetto preoccupante è la tendenza a svuotare di significato il concetto stesso di rifugiato. Questo è uno status riconosciuto dal diritto internazionale e sancito dalla Convenzione di Ginevra del 1951, eppure, come sottolineato da Dumont, “se si chiudono le frontiere e si portano avanti politiche di deterrenza il risultato è che lo status stesso di rifugiato perde di significato”.