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POLITICA

Apertura a modifiche per l'Italicum

Riforme, Renzi: "Non molliamo", ma è scontro aperto con le opposizioni

Cassati gli emendamenti delle minoranze per l'abolizione del Senato e per rendere eletti direttamente i componenti della nuova assise, così come disegnata dal Dl Boschi. A Palazzo Madama scontro aperto sul "canguro" e sui pianisti

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Roma
"Avanti ad ogni costo, loro hanno finito il tempo, noi non abbiamo finito la pazienza". Il premier Matteo Renzi sprona il fronte del sì alle riforme (maggioranza e Forza Italia) che al Senato hanno segnato notevoli passi avanti nel procedimento di approvazione del Dl Boschi. La maggioranza ha tenuto, rigettando gli emendamenti delle opposizioni. Due su tutti: quello che proponeva l'abrogazione del Senato e quello - a firma dal dissidente di Forza Italia Augusto Minzolini - che mirava ad imporre l'elezione diretta dei componenti di Palazzo Madama, nella configurazione voluta dal testo firmato dal Maria Elena Boschi. E forse era proprio questo lo scoglio più temuto in vista dell'obiettivo delle forze di governo: far votare il testo definitivo all'Aula di Palazzo Madama entro l'otto agosto.
Il premier concede, però, un'apertura sul capitolo legge elettorale: "Il testo dell'Italicum approvato a Montecitorio sarà modificato al Senato". Il vice presidente della Camera Luigi Di Maio (M5S) raccoglie la sfida e rilancia:  "Renzi vuole che ci sia subito un governo che governi e noi glielo concediamo accettando la legge in funzione per i sindaci: primo turno proporzionale e ballottaggio tra i primi due classificati. In cambio chiediamo l'introduzione delle preferenze e l'esclusione dal Parlamento dei condannati con sentenza definitiva, tranne che per i reati di opinione". 




Le opposizioni allo scontro su "canguro" e "pianisti"
Sel, Lega Nord e Movimento 5 Stelle esprimono ferma condanna, per la decisione di adottare il "canguro". Uno strumento  che - ottenuto il via libera della Giunta per il regolamento -  consente di cassare gli emendamenti simili a proposte di modifica già bocciate. E sono proprio gli emendamenti lo strumento principe di ostruzionismo per le minoranze. Tutte le opposizioni, poi, si sono poi scagliate contro la pratica dei "pianisti", ovvero i parlamentari di maggioranza che votano al posto dei loro colleghi di partito assenti, pigiando l'apposita tastiera. 

Pentastellati: "Renzi, il grande mentitore"
Sugli scudi il Movimento 5 stelle, con una nota del gruppo di Palazzo Madama. "Renzi, parafrasando il celebre capolavoro di Charlie Chaplin è 'Il Grande Mentitore'. Deforma la Costituzione, abolendo le elezioni per il Senato senza abolirlo. Ma ai cittadini fa credere il contrario. Intanto il suo Pd boccia gli emendamenti - prosegue la nota - per tagliare deputati e senatori e anche quello per cancellare definitivamente il Senato".

Sel: "Rottura con Pd avrà conseguenze"
Sel ha più volte proposto di non contingentare i tempi di approvazione del testo sulle riforme istituzionali. Il leader Nichi Vendola ha chiesto di aprire una discussione sul merito del testo (elegibilità dei membri del nuovo Senato, referendum) e non ha accettato di ritirare gli emendamenti, come proposto dal Pd. Così, dopo questo "muro contro muro", in seguito all'applicazione del "canguro", Vendola ha dichiarato "La rottura col Pd può avere conseguenze". Il presidente della Regione Puglia lascia così intendere di voler ridiscutere le alleanze che sostengono le giunte regionali e i sindaci di centrosinistra. 

Lega Nord: "Noi per vera abolizione del Senato"
Il capogruppo della Lega Nord Gian Marco Centinaro rilancia "La Lega Nord ha votato per l'abolizione del Senato. La maggioranza dei poltronari, Forza Italia compresa, tutti amici di Renzi hanno invece bocciato l'emendamento".