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MONDO

Il viaggio del papa lancia idealmente il Giubileo della Misericordia

Papa Francesco in Africa: viaggio di pace e riconciliazione

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di Vania De Luca
Undicesimo viaggio apostolico fuori dall'Italia per Papa Francesco, in Africa dal 25 al 30 novembre, in Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana. Parole chiave "riconciliazione, perdono e pace”, ma anche "comprensione e rispetto", in tempi in cui  ovunque i fedeli di ogni religlione e le persone di buona volontà sono invitati  reciprocamente a sostenersi "come membri della stessa famiglia umana". Il senso è il motivo del viaggio l'ha spiegato il papa stesso in un video messaggio inviato alle popolazioni dei tre paesi prima della partenza. E poi c'è la volontà, forte, di un incontro che non può essere a distanza, ma è sempre personale e diretto, che richiede una presenza fisica, anche quando le condizioni della sicurezza destano qualche preoccupazione, come nella Repubblica Centrafricana.

3 Paesi segnati dalla violenza
In Kenya ci saranno un incontro con i giovani allo stadio Kasarani è un incontro ecumenico e interregligioso, in un paese segnato negli ultimi anni da attentati sanguinosi compiuti dai jihadisti di Al-Shabaab. Nel settembre 2013 al Westgate Mall morirono 71 persone e 175 rimasero ferite, e al Garissa University College nell'aprile scorso gli studenti uccisi solo perché cristiani furono 148, 79 i feriti. Alla vigilia del vertice di Parigi sui mutamenti climatici saranno richiamati anche i temi della povertà e dell'ambiente,  con il discorso del Papa al quartier generale dell'ONU in Africa. L'Uganda sarà l’unico Paese africano visitato da tre Papi: Paolo VI nel ’69, Giovanni Paolo II nel ’93 ed ora Papa Francesco, in occasione del 50.mo anniversario della canonizzazione dei 22 martiri cattolici del paese, che insieme ai 22-23 anglicani, sono un un segno di quell'ecumenismo del sangue che già unisce i cristiani di diverse confessioni.

Vicino ai più poveri
Come in ogni viaggio del papa ci saranno poi occasioni di incontro con i più poveri e bisognosi, come al quartiere di Kangemi a Nairobi e alla Casa della Carità a Nalukolongo, in Uganda. 

Nonostante il clima internazionale teso non solo in Europa dopo gli attentati di Parigi, il papa ha confermato la volontà di andare nella Repubblica Centrafricana, anche se si deciderà all'ultimo momento, in base alle condizioni reali di sicurezza, se confermare la visita in tutte le sue tappe. Intanto l'arcivescovo di Bangui e presidente della conferenza episcopale Centrafricana ha presentato il video messaggio del papa agli altri leader religiosi che fanno parte della piattaforma religiosa per la pace nel quartiere a maggioranza musulmana della capitale centrafricana, il Km5.

A Bangui l'apertura della Porta Santa
Nella cattedrale di Bangui Papa Francesco vuole aprire la Porta Santa che di fatto inizi il Giubileo Straordinario della Misericordia lontano da Roma, in periferia, in anticipo rispetto alla data ufficiale dell'8 dicembre. Una gesto profetico, e denso di significati. Sempre  a Bangui, cuore della crisi sociale e politica che dilania il Paese da alcuni anni,  è prevista la visita del papa a uno dei campi profughi che accolgono migliaia di sfollati.