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POLITICA

Il personaggio

Sergio Mattarella, il padre della prima riforma elettorale

Porta il suo nome la legge che nel 1993 introdusse il sistema maggioritario. Di formazione cattolica, è stato uno dei protagonisti del rinnovamento democristiano dopo Tangentopoli

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di Giancarlo Usai
La carriera politica di Sergio Mattarella inizia con una tragedia in famiglia, la morte di suo fratello Piersanti, presidente della Regione Sicilia, ucciso dai proiettili della mafia il 6 gennaio del 1980. Suo padre, Bernardo, era uno dei “pensatori” più importanti della Democrazia cristiana siciliana. Cattolico progressista, studioso di diritto e docente universitario a Palermo, Mattarella entra in Parlamento la prima volta nel 1983 e successivamente diviene ministro nel 1987 con i governi Goria e De Mita.

Le dimissioni dal governo Andreotti
Sarà anche il titolare della Pubblica istruzione nel governo Andreotti VI da cui si dimetterà, insieme ad alcuni colleghi, per protestare contro la presentazione della legge Mammì che, secondo il pensiero dell’ala critica dell’esecutivo, avrebbe aiutato troppo le televisioni di Silvio Berlusconi. Di lì a poco gli scandali giudiziari porteranno alla fine drammatica della Prima repubblica e alla dissoluzione della Dc. È qui che il ruolo di Mattarella diventa centrale nel traghettare i democristiani di sinistra nel nuovo Partito popolare ed essere una delle guide nel processo di rinnovamento del partito. Ironia della sorte, sarà proprio una legge elettorale che porta il suo nome, il Mattarellum, a consegnare la prima vittoria alle urne al Cavaliere, nel 1994.

Le legislature nel centrosinistra
Deputato nelle file del Ppi senza soluzione di continuità, torna a incarichi di governo insieme al neopremier Massimo D’Alema che lo porta a palazzo Chigi come vicepresidente del Consiglio, per poi affidargli il ministero della Difesa dopo il rimpasto del 1999, carica che mantiene anche nel governo guidato da Giuliano Amato. Anche con la sonora sconfitta del 2001, Mattarella resta in Parlamento e viene nuovamente rieletto alla Camera nella seconda legislatura conquistata dal centrosinistra, quella del 2006, quella dell’Unione, la cui maggioranza è appesa a un filo, con una manciata di senatori di vantaggio. La storia è nota: Clemente Mastella toglie l’appoggio al governo Prodi e si va ad elezioni anticipate, dopo soli due anni dal voto.

L'approdo alla Consulta
A quel punto Mattarella esce di scena e nel 2011 il Parlamento lo elegge giudice costituzionale in seduta comune. In questi ultimi quattro anni, dunque, il nome forte nella corsa al Colle lanciato da Matteo Renzi è tornato alla sua passione per il diritto, seduto accanto proprio a uno dei suoi più quotati “avversari” in questo toto-Quirinale, Giuliano Amato.