Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/giornalista-decapitato-james-foley-new-york-times-isis-chiese-riscatto-milionario-ma-washington-non-pago-1d4126c2-9194-4c7a-9dec-0faf58eac6c1.html | rainews/live/ | true
MONDO

Una settimana fa la mail dei rapitori di Foley al giornale per cui lavorava

Giornalista Usa decapitato, Nyt: "Isis chiese riscatto milionario, ma Washington non pagò"

E' quanto sostiene il New York Times, in base alle informazioni ricevute da un familiare del giornalista, decapitato da un militante dello Stato islamico 

Condividi
L'articolo del New York Times
Lo Stato islamico avrebbe chiesto un riscatto milionario per la liberazione di James Foley, ma il governo degli Stati Uniti si rifiutò di pagare. E' quanto sostiene il New York Times, in base alle informazioni ricevute da un familiare del giornalista, decapitato da un militante dello Stato islamico e da un ex ostaggio che era stato prigioniero insieme a Foley.

La mail al GlobalPost inviata dagli jihadisti
I rapitori del gironalista la scorsa settimana avevano inviato una e-mail "piena di rabbia" al GlobalPost, gruppo editoriale per il quale il giornalista freelance lavorava, minacciando di ucciderlo in risposta agli attacchi aerei degli Stati Uniti in Iraq. Lo riferisce il presidente e ceo di GlobalPost, Philip Balboni, aggiungendo che la Casa Bianca era a conoscenza del fatto ma non si erano tenuti negoziati. Nella mail, spiega Balboni, non venivano avanzate richieste. Il ceo sottolinea inoltre che la società ha speso milioni di dollari negli sforzi per riportare a casa Foley e aveva anche ingaggiato una ditta di sicurezza internazionale. Quando fu rapito in Siria a novembre del 2012 Foley lavorava appunto come freelance per GlobalPost