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POLITICA

Quorum lontano

Violante-Bruno al palo, nuova fumata nera per il voto sulla Consulta

Nulla di fatto in Parlamento, stallo anche sull'elezione dei componenti del Csm. Si tornerà a votare oggi pomeriggio e il Pd guarda ai parlamentari di Sel per risolvere la situazione

 

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Il Parlamento in seduta comune non riesce a sciogliere neanche stavolta il nodo dei due giudici da mandare alla Corte Costituzionale. I due candidati sui quali Pd e FI avevano raggiunto faticosamente un accordo, Luciano Violante e Donato Bruno, non raggiungono il quorum dei tre quinti dei componenti, cioè dei 570 voti. Il gradimento per l'ex presidente della Camera subisce una lieve flessione: incassa 526 voti, mentre nella precedente ne aveva presi 530. Crescono invece le preferenze per il forzista Donato Bruno: passa da 529 a 544. E il Parlamento in seduta comune viene convocato ancora una volta, la dodicesima, per mercoledì pomeriggio alle 16.15. Perché, come sottolinea anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, "bisogna fare presto" visto che ci sono "altre urgenze" da affrontare.   

La coppia dei candidati, secondo quanto si apprende, verrebbe riconfermata, ma sorprese potrebbero arrivare per il Csm. Al posto dei nomi indicati dal M5S, Alessio Zaccaria e Nicola Colaianni, potrebbe spuntare un nuovo pretendente al seggio di Palazzo dei Marescialli: Paola Balducci, l'ex responsabile Giustizia dei Verdi e di Sel, attuale vicepresidente del consiglio di presidenza della Corte dei Conti, fortemente voluta dal capogruppo di Sel al Senato, Loredana De Petris. Secondo quanto si apprende i parlamentari di Sel, nel caso in cui passasse la Balducci al Csm potrebbero far convergere i propri voti su Violante e Bruno. Anche sui due laici da mandare all'organo di autogoverno della magistratura, infatti, non si riesce a raggiungere il quorum: Luigi Vitali (FI) ottiene 389 voti, mentre i candidati M5S, Alessio Zaccaria e Nicola Colaianni, rispettivamente 140 e 136.

Ed è molto probabile che gli azzurri su Vitali ci ripensino e ritirino la sua candidatura indicando al suo posto probabilmente Nino Marotta o Franco Mugnai. Eppure Pd e FI avevano fatto pressing tutto il giorno per recuperare le assenze. A Montecitorio è venuto a votare per la prima volta in questa tornata per Consulta e Csm anche il legale di Berlusconi, Niccolò Ghedini. Accompagnato da altri senatori come Sciascia e altri che prima avevano marcato visita. Ma democratici e azzurri non erano riusciti a convincere lo zoccolo duro di Ncd che, secondo quanto si apprende, non si sarebbe "rassegnato a votare" soprattutto per Violante. Tra i più "irriducibili", sempre secondo quanto si apprende, ci sarebbe il senatore Giuseppe Esposito che avrebbe cercato di convincere molti colleghi a non seguire le indicazioni ufficiali del gruppo. Se Sel dovesse decidere di votare per i candidati alla Consulta Violante e Bruno, si dovrebbero recuperare almeno 32 voti.