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MONDO

Il racconto dei profughi: in strada teste mozzate

Allarme ONU: in Turchia 100 mila curdi fuggiti dalla Siria

Non si ferma l'offensiva dello Stato Islamico. In Siria, nell'enclave curda di Kobane, sono rimaste appena 1000 persone. Allarme di Ankara: flussi troppo imponenti. 

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I curdi fuggiti dalla Siria e arrivati in Turchia negli ultimi giorni sono circa 100 mila. Lo ha detto la portavoce dell’Unhcr Melissa Fleming. Alcuni di loro non sono riusciti ad entrare e sono rimasti bloccati nella zona tra i due Paesi. 

I profughi: appese in strada teste mozzate
Il racconto dei profughi è straziante. Uno di loro, Mohammed Osman Hamme, ha detto di aver visto a terra corpi dilaniati, le loro teste appese per le strade. Per fuggire alla minaccia di Daesh, il sedicente Stato Islamico, ha camminato tre giorni con la famiglia e lasciato tutto quello che possedeva nel villaggio siriano dove sperava di passare la vita. Ha tutto in una borsa di plastica: pochi vestiti, soprattutto per la bimba, e un sacco di grano. 

L'attacco di Daesh all'enclave curda
Daesh continua a prendere di mira l’enclave curdo-siriana di Kobane, al confine con la Turchia, ora sotto assedio dei terroristi neri. Un tempo terza città curda della Siria con oltre 40 mila abitanti, oggi ne conta poco più di mille.

Turchia: corridoi per i profughi
Venerdì scorso, proprio per consentire ai curdi di entrare nel Paese, Ankara ha aperto un tratto della frontiera e organizzato otto punti di transito controllato nell’arco di 30 km. Da allora il flusso dei rifugiati non si è fermato, mentre il governo il turco teme di non riuscire a reggere un numero così imponente di arrivi. Un’emergenza umanitaria,per far fornte alla quale le Nazioni Unite hanno promesso di contribuire, intensificando i soccorsi.

Erdogan: negoziati per i 46 ostaggi  
Da Ankara intanto il presidente turco Erdogan è tornato a parlare dei 46 diplomatici curdi nelle mani dello Stato Islamico e ha ammesso che sono in corso negoziati, ma non ha voluto specificare se si sia parlato o meno di uno scambio di prigionieri. 

Appello PKK ai militanti: andate a combattere in Siria
Intanto i vertici del PKK, il Partito dei Lavoratori Curdi, hanno lanciato un appello ai militanti perchè vadano in Siria a combattere contro i jihadisti di Daesh che negli ultimi giorni stanno mettendo a ferro e fuoco la zona al confine con la Turchia.