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MONDO

Un pilota si sarebbe salvato

Fonti Usa: l'aereo russo aveva sconfinato in Turchia per soli 17 secondi ed è stato colpito in Siria

Nuove rivelazioni sull'episodio di ieri. La Russia minaccia conseguenze su progetti congiunti con Ankara. Obama chiede di abbassare a entrambi i toni

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L'abbattimento dell'aereo russo (Lapresse)
Ankara
Stando a quanto filtrato dal vertice Nato di ieri, il caccia russo abbattuto sarebbe entrato nello spazio aereo turco per soli 17 secondi, sconfinando di meno di due chilometri. Secondo fonti statunitensi citate dall’agenzia Reuters, inoltre, sarebbe stato colpito quando era già rientrato in Siria. Queste le ultime ricostruzioni dell’incidente, un caso che ha fatto precipitare ai minimi storici i rapporti fra la Turchia e Mosca. 
 
Reazione eccessiva?
La tensione fra i due Paesi è altissima e i nuovi dettagli non contribuiscono certo a rasserenare gli animi. Le analisi provenienti dagli Stati Uniti, basate “sull’analisi della segnatura termica” del Sukhoi24, confermerebbero la tesi di reazione eccessiva da parte di Ankara e campeggiano su molti siti russi.
 
La Russia: "La Turchia ha dimostrato di proteggere l'Isis"
La Russia minaccia provvedimenti nei confronti della Turchia. Se ieri il presidente russo Vladimir Putin ha parlato di "una coltellata alla schiena", oggi il primo ministro, Dmitry Medvedev, ha affermato che l'abbattimento può avere come conseguenza la cancellazione di alcuni importanti progetti congiunti e che alcune compagnie turche potrebbero perdere partecipazioni sul mercato russo. Il primo ministro vede "tre conseguenze" in quanto accaduto: "In primo luogo - ha spiegato - vi è un pericoloso peggioramento delle relazioni tra la Russia e la Nato, che non può essere giustificato da nessun interesse, neppure  dalla protezione dei confini statali; in secondo luogo, la Turchia ha dimostrato con le sue azioni che difende i miliziani dell'Isis; e questo non sorprende, date le informazioni disponibili sul diretto interesse finanziario di alcuni funzionari della Turchia connessi con la fornitura di prodotti petroliferi prodotti negli impianti controllati dall'Isis". "In terzo luogo - ha continuato Medvedev - sono state minate le lunghe relazioni di buon vicinato tra la Russia e la Turchia, anche nella sfera economica e della cultura. Il danno sarà difficile da risanare, la sua prima conseguenza può essere la cancellazione di tutta una seria di importanti progetti congiunti e la perdita di posizioni sul mercato russo da parte delle aziende turche".

Nato e Usa sostengono Ankara ma invitano alla moderazione 
Ieri il capo della Nato, Jens Stoltenberg, ha dichiarato il proprio sostegno ad Ankara - imprescindibile membro dell’Alleanza Atlantica alle porte del Medio Oriente - ma ha fatto suoi anche gli appelli alla calma e alla moderazione. Appelli che sono arrivati anche dal presidente statunitense Barack Obama, che ieri ha parlato al telefono con quello turco Recep Tayyip Erdogan. I due, ha riferito la Casa Bianca, hanno sottolineato l'importanza di una de-escalation della situazione e quella di garantire che simile incidenti non si ripetano. Obama – hanno riferito fonti di Washington come di Ankara – ha comunque espresso il sostegno americano e della Nato al diritto della Turchia di difendere la propria sovranità.

La sorte dei piloti
Secondo l'ambasciatore russo in Francia, Alexandre Orlov, uno dei due piloti del Sukhoi24 è stato recuperato dall'esercito siriano e portato in una base russa in loco. "Uno (dei due) a bordo si è ferito quando si è paracadutato giù ed è stato ucciso in modo selvaggio a terra dai jihadisti nell'area. L'altro è riuscito a scappare e, secondo le ultime informazioni, è stato raccolto dall'esercito siriano e dovrebbe essere rientrato alla base dell'aeronautica russa".

"Pronti a Stato maggiore anti-Isis"
L'ambasciatore Orlov ha inoltre affermato che la Russia è pronta a creare un quartier generale anti Isis con la Francia, gli Stati Uniti, ed eventualmente anche la Turchia, nel nome di un "coordinamento dei raid" contro lo Stato islamico". In risposta ad una domanda se Mosca sarebbe d'accordo sulla partecipazione di Ankara in una tale coalizione, Orlov ha detto che "se vogliono, ovviamente saremmo loro grati".