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ITALIA

L'inchiesta

Terrorismo internazionale, Merano crocevia degli aspiranti jihadisti

Nella cittadina trentina gli uomini del Ros hanno individuato il luogo in cui si tenevano riunioni e dove risiedeva uno degli arrestati 

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Abdul Rahman Nauroz, uno degli arrestati nel blitz del Ros, è risultato "particolarmente attivo nell'attività di reclutamento", "sia attraverso internet, sia attraverso 'lezioni' che teneva nel proprio appartamento di Merano, luogo di riunioni segrete e crocevia di aspiranti jihadisti" secondo quanto spiegano gli investigatori. 

Lo scopo, sottolineano i carabinieri, era quello di "convincere i suoi allievi, e tra questi in particolare Hasan Saman Jalal (arrestato - ndr), a partecipare ad azioni armate di guerra o terroristiche pianificate come suicide". Però, mentre l'intenzione di Hasan Saman Jalal "non si è mai tradotta in azione", altri membri di Rawti Shax, l'organizzazione facente capo al Mullah Krekar, sono riusciti a raggiungere il teatro siro-iracheno per combattere.

Tra questi Sheda Sameer, membro della cellula svizzera dell'organizzazione, giunto in Siria nel giugno 2014 ed inseritosi in un gruppo armato legato ai terroristi di Jabhat Al-Nusra; Seddek Kadir Karim, già responsabile della cellula finlandese, unitosi alle milizie dell'Isis e morto in Iraq nel dicembre 2014; Ali Mohammed Ali, membro della cellula finlandese, presente in Siria fin dalla metà del 2013 tra le fila dell'Isis e verosimilmente ucciso il 27 marzo 2014 in combattimento; Ali Mohammad, che dopo aver militato in Siria con l'Isis ed essere stato respinto dalle autorità finlandesi, il 15 luglio 2014 è giunto in Italia dove ha ricevuto supporto a Merano da Abdul Rahman Nauroz, uno degli arrestati.    

Per quanto riguarda l'Italia, il ruolo di 'Rawti Shax' quale "filiera di facilitazione per la Siria" è emerso in particolare nella vicenda che ha riguardato il cittadino di origine kosovara Hodza Eldin, pure lui indagato e destinatario di misura cautelare. Gli investigatori infatti spiegano che la rete di 'Rawti Shax', tramite Abdul Rahman Nauroz, si è adoperata per realizzare il proposito di Hodza di partire per la Siria, finanziando il viaggio in aereo per Istanbul con 780 euro forniti da due degli indagati, responsabili delle cellule finlandese e svizzera. La partenza di Hodza è avvenuta il primo gennaio 2014 e l'intero suo viaggio per la Turchia è stato monitorato dagli investigatori del Ros. Hodza Eldin è quindi riuscito a passare il confine e ad essere accettato in un campo di addestramento "sotto la bandiera nera" dell'Isis. A metà febbraio 2014, l'uomo è però precipitosamente rientrato in Italia attraverso la Svizzera, anche se poi ha maturato nuovamente l'intenzione di partire per la Siria, condividendo con la cellula italiana la sua esperienza terroristica sul campo e diventando un "esempio da seguire".