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POLITICA

Accordi e realtà

Staffetta, vongole, crostata, nazareno: tutti i patti infranti della politica

"Pesce, politica, filosofia" dissero Rocco Buttiglione e Massimo D'Alema, subito dopo aver siglato un accordo a Gallipoli. E nel 1997 fu ancora l'ex leader del Pds a siglare un'intesa con Berlusconi nota come "patto della Crostata". Ora, l'ex cavaliere canta il "de profundis" del patto del Nazareno. Cronaca di tutti gli accordi violati

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di Mario De Pizzo
"Mattarella è il nostro candidato" annunciava ieri il premier Matteo Renzi all'assemblea dei grandi elettori Pd. "Renzi ha rotto il patto", dichiarava subito dopo il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. Quale Patto? Quello del Nazareno. L'accordo siglato nel gennaio 2014 dai due leader, nella sede del Partito democratico. Un'intesa per le riforme, che sin qui ha portato al primo voto sulle nuove funzioni di Palazzo Madama e un sostanziale via libera all'Italicum.

Gli accordi saldano i contraenti tra loro, ma li dividono dal resto dei giocatori. Così, il Patto del Nazareno - in questo anno - ha generato milioni di allusioni e tesi divergenti. Ora che Silvio Berlusconi accusa Renzi di "averlo rotto", allude all'eventualità che in esso fosse contenuto anche l'accordo sul Quirinale. Ipotesi sempre smentita dal Pd. Fatto sta che oggi finisce un'intesa, si consuma un rapporto, svanisce un feeling. E non è il primo caso nella storia politica italiana.

Il Patto della Staffetta De Mita Craxi
"C'eravamo tanto odiati" potrebbe essere la parafrasi dei rapporti tra l'ex segretario della Dc Ciriaco De Mita e il leader del Psi Bettino Craxi. Anche loro strinsero un accordo. Il patto siglato "in un convento"  sull'alternanza tra i due a Palazzo Chigi nel 1983. Patto, ça va sans dire, disatteso. Nel 2000 De Mita lo ricostruì con queste parole: "Ci incontrammo in un convento di suore sull' Appia Antica. Proposi a Craxi di guidare il governo perché era l' unico compromesso possibile. Lui fu stupito dell' offerta. E allora rilanciò: "Metà del tempo a me, metà a te". Risposi facendo notare che non si trattava di una questione personale, ma della Dc. Il cambio della guardia avrebbe dovuto sottolineare l' importanza della coalizione. Poi le cose andarono in modo diverso..."

Il patto delle vongole
Estate 1994, Gallipoli, esterno giorno. I leader di due partiti dell'opposizione al primo governo Berlusconi, il segretario del Ppi Rocco Buttiglione e quello del Pds Massimo D'Alema si incontrano a pranzo. "Pesce, politica, filosofia con brindisi al doppio turno", dicono. L'espressione doppio turno si riferisce alla riforma della legge elettorale. Non avverrà mai, ça va sans dire.

Il patto della crostata
Anno domini 1997. Massimo D'Alema è segretario del Pds e presidente della Commissione bicamerale per le Riforme. Qui, però, dobbiamo affidarci alla ricostruzione dei soliti beninformati, perché non ci sono testimonianze dirette. E' la notte tra il 17 e il 18 giugno, Roma, Via della Camilluccia, casa di Gianni e Maddalena Letta. Metti una sera a cena: Massimo D'Alema, Franco Marini, Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. L'allora cavaliere è il leader dell'opposizione al governo di Romano Prodi, ma quella notte si impegna a votare le riforme istituzionali. Massimo D'Alema, dal canto suo - ma siamo sempre alle ricostruzioni - impegna il centrosinista ad un atteggiamento "non troppo ostile" sulla legge per disciplinare il conflitto d'interesse. Il patto naufraga ça va sans dire.
Del resto, come era solito ricordare Giulio Andreotti, in politica "a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca".