Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Roma-Marino-si-dimette-ma-rilancia-Ho-20-giorni-per-ripensarci-2c7b6aab-28b9-41d7-b0f9-11ca96c6c08c.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Verso le elezioni in primavera

Roma, Marino si dimette ma rilancia: "20 giorni per ripensarci. Dopo di me rischio mafia"

Al termine di una giornata di polemiche, il sindaco fa un passo indietro ma non risparmia stoccate: "Sin dall'inizio c'è stato un lavorio rumoroso nel tentativo di sovvertire il voto democratico dei romani". Il Pd in una nota: "Dimissioni gesto di responsabilità". Esultano le opposizioni

Condividi
Ignazio Marino (Lapresse)
Roma
"Mi dimetto. Dal lavoro che ho impostato passa il futuro della città". Al termine di una giornata caotica, con il Campidoglio preso d’assalto dai manifestanti e le opposizioni sulle barricate, il sindaco di Roma Ignazio Marino ha lasciato l’incarico. Un addio che segue alle polemiche degli ultimi giorni sulle spese effettuate con la carta di credito del Comune, ma non privo di stoccate, anche al suo partito: “Non nascondo – ha scritto in una nota - di nutrire un serio timore che immediatamente tornino a governare le logiche del passato, quelle della speculazione, degli illeciti interessi privati, del consociativismo e del meccanismo corruttivo-mafioso che purtroppo ha toccato anche parti del Pd e che senza di me avrebbe travolto non solo l'intero Partito democratico ma tutto il Campidoglio".
 
“Le dimissioni possono essere ritirate entro 20 giorni”
L’ex primo cittadino si difende e sottolinea che il suo passo indietro non equivale a un’ammissione di colpa. "Tutto il mio impegno ha suscitato una furiosa reazione – afferma Marino - Sin dall'inizio c'è stato un lavorio rumoroso nel tentativo di sovvertire il voto democratico dei romani. Questo ha avuto spettatori poco attenti anche tra chi questa esperienza avrebbe dovuto sostenerla. Oggi quest'aggressione arriva al suo culmine. Ho tutta l'intenzione di battere questo attacco e sono convinto che Roma debba andare avanti nel suo cambiamento. Ma esiste un problema di condizioni politiche per compiere questo percorso. Queste condizioni oggi mi appaiono assottigliate se non assenti. Per questo ho compiuto la mia scelta: presento le mie dimissioni. Sapendo che queste possono per legge essere ritirate entro venti giorni. Non è un'astuzia la mia: è la ricerca di una verifica seria, se è ancora possibile ricostruire queste condizioni politiche”.
 
Giornata di polemiche
La decisione è arrivata alla fine di una giornata segnata dalle polemiche, con la giunta capitolina che si è gradualmente sfaldata. Con il passare delle ore sono arrivate le dimissioni dell'assessore ai Trasporti Stefano Esposito, di quello alla Scuola Rossi Doria, di quella al Turismo Luigina Di Liegro e del vicesindaco Marco Causi. Nel frattempo, mentre le opposizioni andavano all’attacco, il Pd e Sel hanno tolto definitivamente il proprio sostegno al primo cittadino.
 
Nuove elezioni in primavera?
A questo punto a Roma si profilano le elezioni nella prossima primavera. Intanto il governo dovrebbe commissariare il Comune e il nome che circola in ambienti dem è quello del prefetto di Roma Gabrielli.
 
La polemica sulle spese
Marino è stato investito dalla polemica sulle spese sostenute con la carta di credito del Comune di Roma: il sindaco ha risposto annunciando di voler pagare di tasca propria e di rinunciare alla carta di credito intestata al Campidoglio. Durante la giunta ha infatti annunciato che pagherà i 20mila euro spesi per rappresentanza in questi due anni. "Li ho spesi nell'interesse della città. È di questo che mi si accusa? Bene, ho deciso di regalarli tutti di tasca mia a Roma e di non avere più una carta di credito del Comune a mio nome", ha detto.

Opposizione all'attacco
Le spese di rappresentanza del sindaco sono finite nel mirino di Fratelli D'Italia e Movimento 5 Stelle, che hanno presentato esposti per peculato. La Procura ha quindi aperto un fascicolo ma senza ipotesi di reato né iscritti. Nell'esposto di FdI si parla di cene "alcune delle quali - è detto nell'atto - probabilmente non istituzionali", e di spese "di tintoria per il lavaggio dei capi indossati in occasione di visite di Stato e ufficiali (997 euro), l'acquisto di calici e pissidi per ricorrenze e celebrazioni religiose (2.200 euro), buffet-lunch con una federazione sportiva (7.143 euro). 

Le indagini
Le indagini sono ancora alla fase delle "verifiche", il pm acquisirà tutta la documentazione relativa all'aumento del massimale, da 10mila a 50mila euro, di utilizzo mensile della carta di credito in dotazione al primo cittadino. Gli inquirenti di piazzale Clodio dovranno accertare se Marino abbia sostenuto spese con la carta di credito del Comune al di fuori dei fini istituzionali, come sostengono i firmatari degli esposti, e per questo motivo, oltre ad esaminare la documentazione sull'aumento del plafond sentiranno, come testimoni, anche i titolari degli esercizi ai quali fanno riferimento i giustificativi di spesa.

Pd: dimissioni Marino gesto di responsabilità 
In una nota, il Partito Democratico ha espresso "apprezzamento per il gesto di responsabilità con cui Ignazio Marino ha ritenuto di presentare le proprie dimissioni da sindaco di Roma". "È una scelta giusta che dimostra la sua volontà di mettere al primo posto l'interesse della città", continua il testo.

Brunetta: "Finalmente Roma è libera"
Esultano i partiti di opposizione. "Finalmente Roma è libera - ha dichiarato Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia - Libera da un sindaco incompetente e inadeguato, libera da un'amministrazione che non ha saputo governare la Capitale d'Italia, libera da un Partito democratico, lacerato da guerre intestine, che soprattutto in questi ultimi mesi ha avuto come solo e unico squallido obiettivo quello di mantenere il potere a discapito dei cittadini romani". 

 Meloni: è finito incubo, altro fallimento della sinistra
"Grazie all'esposto presentato in procura da Fratelli d'Italia e dal capogruppo in Assemblea capitolina, Fabrizio Ghera, le bugie del sindaco sono state smascherate e per Roma è finito l'incubo Marino - ha sottolineato da Fratelli d'Italia Giorgia Meloni - Ma il caso Roma è solo l'ultimo di una lunga serie di fallimenti di amministrazioni guidate da coalizioni di sinistra". 

Di Battista: dimissioni Marino sono atto dovuto
 "Le dimissioni di Marino sono un atto dovuto dopo quello che ha scoperto il M5S e che ha denunciato nel corso dell'ultimo anno - ha puntualizzato il deputato romano del M5S e componente del direttorio del movimento Alessandro Di Battista - Il Pd gli ha dato copertura per evitare il ricorso alle urne con rischio che il M5S potesse vincere".

Salvini: pronti a far ripartire Roma
Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, pensa già alle prossime elezioni. "A casa Marino e il Pd. Ora la Lega è pronta per far ripartire Roma", ha dichiarato. 

Rutelli: dimissioni conclusione tristemente inevitabile
"Dimissioni del sindaco di Roma: la conclusione tristemente inevitabile". Così l'ex sindaco della capitale, Francesco Rutelli, commenta su Twitter il passo indietro di Ignazio Marino.