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POLITICA

Il discorso alla direzione del Pd

Governo battuto al Senato, Renzi: "Non è il remake dei 101 di Prodi"

Il premier nel suo intervento alla direzione del Pd parla dell'iter delle riforme, di quella del Senato e della legge elettorale. Trova spazio anche un commento sulle indiscrezioni a proposito delle dimissioni di Cottarelli

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Matteo Renzi
Roma
Matteo Renzi alla direzione del Pd affronta subito la battuta d’arresto in cui è incappata la maggioranza al Senato. Il presidente del Consiglio la definisce “Un incidente che lascia l’amaro in bocca”. Il premier poi aggiunge: “Oggi siamo andati sotto per la presenza evidente di franchi tiratori" che hanno approvato, con il voto segreto, l'emendamento di Stefano Candiani (Lega Nord) sul ddl riforme. "Tra di noi ci sono dissidenti, nessuno di ha intenzione di espellerli", chiarisce Renzi. "Non è il remake dei 101 (il numero dei franchi tiratori che votarono contro la presidenza di Romano Prodi). Però – sottolinea il premier – è stata scritta una pagina non positiva". Sull’iter delle riforme il premier poi spiega che comunque “sta andando tutto in modo deciso". E aggiunge: "Siamo impegnati come Pd a fare tutte le riforme che saranno incluse nel programma dei mille giorni e su questo non molliamo di mezzo centimetro". 
 
Il premier si sofferma sulla riforma del Senato "straordinariamente importante e storica" e non è facile portarla avanti “sentendosi dire che siamo quelli della deriva autoritaria" A questa accusa Renzi replica: "Noi siamo quelli che faranno il referendum anche se ci saranno, come credo, i 2/3 dei voti favorevoli a Palazzo Madama: faremo mancare i voti necessari per dare l'ultima parola ai cittadini". Poi il segretario, sempre a proposito dell’iter delle riforme al Senato, aggiunge:"Il problema non è evitare il canguro ma evitare la lumaca. Non possiamo far diventare le riforme costituzionali l'ennesima questione di cui si discute per anni e anni. Si discute, si vota, poi andremo davanti ai cittadini. Se ci daranno forza, se no ne trarremo le conseguenze". 

Renzi rivela anche l’intenzione di chiedere “un mandato alla direzione sulla possibilità di apportare all'accordo sulla legge elettorale alcune modifiche". I correttivi "sulla soglia per il premio di maggioranza" e "un ragionamento sulle soglie di sbarramento”, sono le proposte, assieme alla introduzione delle preferenze, che Renzi propone alla direzione del partito. E sui collegi uninominali il premier spiega: "Non ho nessun problema a tenere aperta la discussione sulla questione".
"Il patto del Nazareno è un atto parlamentare", "può piacere o no, si può cambiare o no", spiega Renzi che però smentisce che ci sia qualche segreto dietro l'accordo con Forza Italia sulle riforme. "Mi preoccupa però - dice il premier - l'atteggiamento mentale, la forma mentis, anche di alcuni nostri dirigenti, quest'idea che i politici nascondano sempre le cose".  

Nel discorso di Renzi c'è spazio anche per il commento alle indiscrezioni (smentite dall'interessato) sulle dimissioni del Commissario per il taglio della spesa, Cottarelli. Il premier a tal proposito dice:"La revisione della spesa c'è comunque, sia che ci sia un commissario sia che ce ne sia un altro. Non so che cosa farà Cottarelli. Lo rispetto, lo stimo, farà quello che crede, ma non è Cottarelli il punto fondamentale della revisione della spesa. La facciamo anche se Cottarelli va via". E comunque "i numeri non sono un problema oggi".

Il presidente del Consiglio poi commenta lo scenario estero. Parte dalla replica alle accuse di qualche giornale internazionale di accondiscendenza nei confronti della Russia che secondo Renzi “è da respingere al mittente". Il premier chiarisce: "L'Unione Europea è in una fase di sanzioni con il suo principale vicino di casa. Mentre qualche giornale ha scritto che il problema era la fornitura di gas e di energia, noi stiamo cercando di dire che non dobbiamo tornare al passato. Il nostro ragionamento sulla Russia non è finalizzato a un fatto economico, ma politico e culturale. Non è tornando ai toni della guerra fredda che si esce dalla crisi, ma riaffermando la centralità dell'Europa".
 
Europa, torna a ribadire Renzi, che non deve essere quella dei vincoli. "Non vogliamo cambiare le regole per l'Italia - sottolinea - L'Europa deve ragionare di crescita economica perché è l'unica area del mondo che continua ad avere risultati incredibilmente negativi […] C’è la necessità di affermare un modello nuovo di politica economica”. 
 
Infine il presidente del Consiglio, che sabato sarà al Cairo, commenta la crisi in Medio Oriente: “C'è un'unica carta che oggi va giocata, è la proposta egiziana" di cessate il fuoco, "su cui dobbiamo insistere e investire", conclude.