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POLITICA

Crolla Forza Italia, bene la Lega

Elezioni Regionali: in Emilia e Calabria vincono i candidati Pd, ma è boom astensione

Trionfo dell'astensionismo, in Emilia Romagna vota solo il 37,67% degli aventi diritto, in Calabria il 44,1%. Stefano Bonaccini nuovo governatore dell'Emilia Romagna con il 49.05% dei voti. In Calabria vince Oliverio con oltre il 61% dei consensi. Il premier: "Vittoria netta, e i partiti che sostengono lo sciopero hanno percentuali da prefisso telefonico"

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Mario Oliverio e Stefano Bonaccini
Per dirla con le parole del premier Matteo Renzi: "Finisce 2-0 per noi". Stefano Bonaccini e Mario Oliverio, i due candidati delle coalizioni guidate dal partito democratico, sono i nuovi presidenti di Emilia-Romagna e Calabria. Un risultato "sporcato", però, dal netto calo dell'affluenza: il 37,67% in Emilia e il 44,07% in Calabria. In entrambi i casi, molto al di sotto delle precedenti elezioni.

Lo scrutinio in tempo reale sul sito del ministero dell'Interno



Il premier, ai microfoni del Gr1, replica poi al segretario leghista Salvini: "Se loro stanno arrivando, noi aspetteremo. Mentre il centrodestra discute della propria situazione noi cambiamo l'Italia. Dopo 20 anni di fallimenti, anche della Lega, Noi lavoriamo per il Paese e alle elezioni si vedrà chi è più forte". E sul dato della forte astensione aggiunge: "Deve far riflettere tutti i partiti. Ma i risultati vanno molto bene al Pd, ci siamo ripresi quattro regioni del centrodestra. Abbiamo sempre detto che non queste amministrative non erano un referendum sul governo oggi a maggior ragione. L'agenda politica del governo non muta".

In Calabria Oliverio sarà eletto presidente con oltre il 60% delle preferenze (ma alla lista Pd va solo il 24% dei voti, con quasi il 12% che va alla lista con il nome del presidente). Il centrodestra, che si presentava diviso, si è diviso i voti: Wanda Ferro (Fi-Fdi) intorno al 23%, Nico D'Ascola intorno al 8%. Danza invece intorno al 4% la percentuale di Cono Cantelmi del Movimento5Stelle, che quindi non entrerà in consiglio. 

In Emilia-Romagna Stefano Bonaccini (centrosinistra) con il 49.05% dei consensi ha superato Alan Fabbri (leghista candidato del centrodestra), fermo poco sotto il 30% (29.8%), e sarà il prossimo presidente della regione. Fabbri stesso, a metà dello spoglio, lo ha chiamato per congratularsi della vittoria. Va sottolineato però come Bonaccini non arrivi al 50% in una regione 'rossa', da sempre in mano alla sinistra, un risultato che lui definisce "buono, che non è mai stato in discussione. Abbiamo cinque anni per dimostrare di fare bene". Il candidato del Movimento5Stelle, Giulia Gibertoni, si ferma sotto il 15%, al 13.3.. Significativo il dato all'interno del centrodestra, dove la Lega Nord di Matteo Salvini 'doppia' Forza Italia, 19.4 a 8.3 per cento. Il sorpasso atteso e previsto c'è stato effettivamente, e questo potrebbe causare un terremoto nella coalizione di centrodestra e nei pesi relativi dei vari partiti. Lo sottolinea lo stesso Fabbri: "Prendere più del 20% nella maggior parte dei seggi dell'Emilia Romagna è un dato importante e ha un'importanza fondamentale anche per quello che riguarda il voto politico a livello nazionale". 

Il netto calo dell'affluenza
Crolla l'affluenza in Emilia Romagna, tiene in Calabria. Alle 23 le urne delle elezioni regionali si sono definitivamente chiuse. In Emilia Romagna ha votato, secondo i dati  del ministero dell'Interno, il 37,67%. Poco più di un elettore su . In Calabria,  l'affluenza si attesterebbe al 44,07%. Nel 2010 - quando il turno prevedeva la possibilità di votare anche il lunedì mattina, alla stessa ora di domenica in Emilia Romagna votò il 54,33%, per un'affluenza complessiva - il lunedì - del 68,1%. In Calabria, questi dati erano rispettivamente del 53,52% e del 59,3%. Un calo netto, soprattutto sulla via Emilia, dove il numero di votanti si è praticamente dimezzato. 

Il primo commento del premier Matteo Renzi: "2 a 0 netto, Lega asfalta Forza Italia e Grillo"



Salvini: "La Lega Vola"



Il voto anticipato e l'astensione
In entrambe le regioni si è votato prima della scadenza naturale della legislatura. In Emilia Romagna l'ex governatore si è dimesso per una condanna in appello ad un anno per falso ideologico. Ma a pesare, ben di più, è stata la vicenda "spese pazze" che ha coinvolto molti consiglieri regionali. In Calabria, l'ex presidente Giuseppe Scopelliti (Ncd) si era dimesso per una condanna a sei anni di reclusione per abuso d'ufficio e falso.