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POLITICA

Milano

Quirinale, le mosse della minoranza del Partito democratico

Cuperlo e Civati intervengono sull'elezione del Presidente della Repubblica

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Giuliano Amato, i veti di Berlusconi, l'apertura a Sel. A poche ore dall'inizio delle consultazioni sul Quirinale che saranno guidate dal premier-segretario Matteo Renzi, due esponenti della minoranza del Partito democratico delineano le mosse per l'elezione del prossimo Presidente della Repubblica.

Da una parte c'è il deputato Pippo Civati che prova a porre delle condizioni, senza escludere che il Pd si possa dividere: "Vorrei che il candidato non fosse deciso da Berlusconi. Ci sono altre forze politiche in Parlamento, basta guardarsi attorno. Dipende dal nome, ce lo vuole dire all'ultimo giorno, partecipiamo al thriller con serenità". A chi gli chiede se la candidatura di Giuliano Amato sia 'opportuna', Civati replica: "Mi sembra una proposta che guarda molto al passato, non mi sembra che Renzi se lo possa permettere un nome così da Prima Repubblica. Io un nome al momento lo avrei che è Romano Prodi. Non capisco perché dire Prodi vorrebbe dire andare contro il Pd".

Se il candidato per il Quirinale fosse un nome condiviso non solo dal Pd ma anche da Silvio Berlusconi e da altre forze politiche sarebbe un "bene per la democrazia". La pensa invece così Gianni Cuperlo, a Milano per Human Factor, la convention di Sel che chiude i battenti oggi. "Bisogna che il Pd discuta il profilo di una candidatura autorevole, autonoma e in grado di essere ciò che deve essere: il garante supremo della Costituzione. Poi, se su quella candidatura - sottolinea l'esponente della minoranza dem - confluiscono altre forze politiche e c'è un largo consenso, un largo accordo nel Parlamento, questo fa soltanto del bene alla democrazia italiana". "Una proposta unitaria, seria, autonoma - conclude Cuperlo - sarebbe un elemento che darebbe maggiore equilibrio e garanzia al percorso che ci apprestiamo a fare questa settimana".

Fassina: rischiamo la fine del Pasok
"Dietro Tsipras c'è una classe dirigente, c'è un progetto, ci sono competenze, anni di lavoro. Non cadiamo nelle scorciatoia di un altro uomo del destino a sinistra. Non funziona. Cambiamo rotta o la fine del Pasok è la fine di tutti". Lo afferma il deputato della minoranza Pd Stefano Fassina dal palco della convention di Sel.

Vendola: coordinamento delle sinistre 
E dal palco di Human Factor Nichi Vendola ha invece attaccato il Patto del Nazareno: "E' il momento di fondazione del Partito della Nazione. E' il seppellimento della dialettica tra destra e sinistra, tra giustizia ed ingiustizia. Ed è organico a questo progetto che la politica sia soltanto la processione dei commenti mentre altrove si esercita l'arte del comando". Vendola ha poi lanciato il coordinamento delle sinistre, che punta a costruire un nuovo soggetto politico, aggiungendo polemicamente che Renzi con il Parlamento è peggio di Berlusconi. 

Guerini: non siamo autosufficienti
La risposta dal Pd sul Quirinale è arrivata con le parole del vicesegretario Lorenzo Guerini: "Immaginare di eleggere da soli il Presidente della Repubblica è immaginare qualcosa che non si può realizzare. Quindi - rileva il vicesegretario Pd - bisogna partire dal Pd ma con la consapevolezza - avverte - che non siamo autosufficienti e che dobbiamo parlare a tutte le forze politiche presenti in Parlamento".