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ITALIA

La sentenza si avvicina

Processo Concordia, Schettino piange: "Quel 13 gennaio sono morto anche io"

Il naufragio nel 2013 in cui sono morte 32 persone. I pm hanno chiesto 26 anni e tre mesi di carcere per Francesco Schettino, unico imputato, più l'arresto immediato perché temono che fugga all'estero. Il legale di Costa: "Schettino pensi a sé"

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Schettino (LaPresse)
Grosseto
"Mi sento di dire che il 13 gennaio 2012 sono in parte morto anche io". L'unico imputato nel processo sul naufragio della Costa Concordia, Francesco Schettino, parla davanti ai giudici che stasera o domani al massimo emetteranno la sentenza. Schettino si commuove nel corso del suo intervento nell'aula del teatro di Grosseto dove si svolge il procedimento. I magistrati hanno chiesto per lui 26 anni e tre mesi di carcere più l'arresto immediato perché temono che fugga all'estero

"Dal 16 gennaio la mia testa è stata offerta con la convinzione errata di salvare interessi economici" afferma Schettino. Parole che suonano come un atto di accusa alla compagnia Costa Crociere. Fin dall'inizio del processo, ha detto ancora il comandante, "la divulgazione di atti processuali prima che fossero analizzati e la frasi offensive hanno avvalorato l'immagine di uomo meritevole di una condanna". 



In lacrime "Non volevo esibire il mio dolore"
 "Sono stato accusato di mancanza di sensibilità per le vittime: cospargersi il capo di cenere è un modo per esibire i propri sentimenti. Una scelta che non ho fatto. Il dolore non va esibito per strumentalizzarlo" ha detto ancora Schettino in aula leggendo un testo. Schettino ha iniziato a parlare di "momenti di dolore che ho condiviso coi naufraghi a casa mia", ma dicendo questo si è messo a piangere aggiungendo "Non volevo questo", quindi ha interrotto il suo intervento.

Schettino: "Costa scarica colpe di carenza settori"
"A poche ore da una sentenza, in un processo che avrebbe dovuto coinvolgere un'intera organizzazione e invece vede me qui come unico imputato, solo a poche ore dalla sentenza e non durante i tre anni della vicenda, l'azienda (Costa Crociere ndr) minaccia licenziamenti e trasferimenti per scaricare definitivamente le responsabilità determinate dalle carenza di alcuni settori che la compongono".

Legale Costa: "Schettino pensi a sé"
Alle dichiarazione di Schettino, risponde l'avvocato di Costa Crociere spa, Marco De Luca: "Non credo che gli debba interessare dove Costa Crociere porta la sua sede legale. È un problema che non lo deve interessare, lui è fuori dalla compagnia, ha altre cose a cui pensare adesso". 

Giudici riuniti in camera di consiglio
L'udienza è cominciata con la conclusione della replica di Costa Crociere, interrotta a causa di un malessere dell'avvocato Marco de Luca. Lo stesso legale, che era stato soccorso dal 118 e portato in ospedale per accertamenti medici, è tornato in aula ed è intervenuto criticando le richieste di risarcimento delle parti civili alla compagnia di navigazione. Sono seguite poi le repliche degli avvocati e le dichiarazioni spontanee di Schettino. I giudici si sono ora ritirati in camera di consiglio. In serata, giovedì 12 febbraio al massimo è prevista la sentenza sul naufragio.