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ITALIA

Attesa per la sentenza in Cassazione

Omicidio Meredith, un caso lungo 8 anni: tutte le tappe della vicenda

La studentessa inglese è stata uccisa a Perugia il primo novembre del 2007. Cinque giorni dopo vengono arrestati la coinquilina Amanda Knox, l'allora fidanzato Raffaele Sollecito e Patrick Lumumba che però viene prosciolto da ogni accusa. Poi si susseguono processi, condanne e assoluzioni; l'unico condannato in via definitiva Guede

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(Ansa)
Una vicenda giudiziaria lunga otto anni. Amanda Knox e Raffaele Sollecito vengono arrestati a Perugia dalla polizia il 6 novembre del 2007, cinque giorni dopo l'omicidio. Vengono condannati in primo grado e assolti in appello nell'ottobre del 2011, i giudici dispongono la loro scarcerazione. Quella sentenza fu poi però annullata dalla Cassazione, era il 26 marzo del 2013, che per questioni procedurali rimise gli atti ai giudici fiorentini.
Quindi la nuova condanna: ventotto anni e sei mesi alla Knox, venticinque anni a Sollecito per il quale viene disposto anche il divieto di espatrio. Ora la sentenza della Cassazione dovrebbe mettere la parola fine al "Caso Meredith".

L'omicidio della studentessa inglese 
Meredith Kercher , studentessa inglese di 22 anni, in Italia per Erasmus, viene uccisa il primo novembre del 2007 con una coltellata alla gola nel proprio appartamento. Il corpo viene trovato il giorno dopo in camera da letto, coperto da un piumone. Meredith era arrivata a Perugia da un mese per studiare storia del cinema. 

Gli arresti di Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Patrick Lumumba
In carcere finiscono Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Patrick Lumumba Diya. Amanda, americana, di Seattle, all'epoca ventenne, è la coinquilina di Meredith e studia all'Università per stranieri di Perugia. Sollecito, 24 anni, pugliese, laureando in ingegneria, ha da un paio di settimane una storia con Amanda. Lumumba, 38 anni, originario dell'ex Zaire, dal 1988 vive in Umbria dove gestisce un pub in cui lavorava Amanda. Tutti e tre si dichiarano estranei all'omicidio. Gli investigatori trovano tracce del dna di Meredith e Amanda su un coltello da cucina sequestrato a casa di Sollecito. Lumumba viene poi rilasciato perchè considerato estraneo all'omicidio.

L'arresto di Guede, l'unico punto fermo dell'inchiesta
Viene arrestato Rudy Guede, ivoriano di 21 anni, bloccato dalla polizia a Magonza, in Germania, dopo che gli investigatori palmari hanno individuato l'impronta di una sua mano insanguinata su un cuscino accanto al cadavere della studentessa inglese e a diverse tracce di Dna in casa. Viene condannato con rito abbreviato a 30 anni, pena poi ridotta a 16 anni. L'ivoriano ha ammesso la sua presenza nella villetta del delitto, affermando però di essere stato in bagno mentre la Kercher veniva uccisa da altre due persone. Guede ha poi sostenuto più o meno espressamente che in casa c'erano Sollecito e la Knox.

La condanna in primo grado e l'assoluzione in appello
Nel 2009 la corte d'Assise di Perugia, escludendo le aggravanti, condanna la Knox a 26 anni di carcere e Sollecito a 25. Hanno ucciso, si legge nelle motivazioni della sentenza, spinti da un movente "erotico, sessuale, violento". Si apre il processo d'appello e viene accolta la richiesta delle difese per una nuova perizia del Dna presente sul coltello considerato l'arma del delitto e sul gancetto del reggiseno di Meredith. Gli accertamenti tecnici, diranno sei mesi dopo i consulenti della Corte, "non sono attendibili". I due imputati vengono assolti per l'omicidio "per non avere commesso il fatto" e ne viene disposta la scarcerazione. Secondo i giudici i "mattoni" su cui si è basata la condanna "sono venuti meno": c'è una "insussistenza materiale" degli indizi, dalle tracce di Dna all'arma del delitto.

Un nuovo processo d'appello
La Cassazione però annulla la sentenza di secondo grado e rinvia alla Corte d'appello di Firenze per un nuovo processo. 28 anni e sei mesi alla Knox e 25 anni a Sollecito, per il quale viene anche disposto il divieto di espatrio: questa la sentenza della Corte. Secondo la ricostruzione dei giudici toscani, la Kercher venne uccisa in una "progressiva aggressività" innescata da una lite scoppiata nella casa di via della Pergola che divideva anche con la Knox. Per la Corte fu proprio quest'ultima a colpire mortalmente alla gola la studentessa inglese con un coltello da cucina poi sequestrato nella casa di Sollecito. Aggressione alla quale prese parte anche Guede.
Contro la sentenza hanno fatto ricorso in Cassazione le difese dei due giovani.