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MONDO

La scheda

Mourabitoun e Ansar Dine, il terrore del Mali nel nome della Jihad

Una galassia di formazioni jihadiste, frutto di alleanze e divisioni, opera nelle zone desertiche del Sahel, attraversando i confini di sabbia e infestando i vari Paesi, dall'Algeria al Mali. Si tratta di gruppi che portano avanti azioni terroriste nel nome della jihad con militanze in al Qaida e tentati dall'Isis

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Una galassia di formazioni jihadiste, frutto di alleanze e divisioni, opera nelle zone desertiche del Sahel, attraversando i confini di sabbia ed infestando i vari Paesi, dall'Algeria al Mali. Si tratta di gruppi che portano avanti azioni terroriste nel nome della jihad con militanze in al Qaida e tentati dall'Isis.

Tra questi un ruolo di primo piano lo giocano i terroristi di el Mourabitoun ("Sentinelle"), che hanno rivendicato l'attacco odierno all'hotel Radisson Blue di Bamako. Nato dalla fusione del Movimento per l'unicità e la jihad nell'Africa dell'ovest (Mujao) e della brigata guidata dall'emiro Belmoctar - il cervello dell'assalto al sito gasiero algerino di In Amenas nel gennaio 2013 - il gruppo jihadista in passato sotto il vessillo di al Qaida recentemente si sarebbe unito all'Isis. Ma lo stesso Belmoctar, dato più volte per morto, lo ha però smentito. Circostanza che suggerisce l'ipotesi di una divisione all'interno della sigla jihadista. El Mourabitoun ha rivendicato anche altri attacchi terroristici tra cui quello compiuto a marzo di quest'anno sempre a Bamako contro un bar frequentato anche da stranieri e che ha causato la morte di cinque persone, tre maliani, un francese ed un belga. Il gruppo è inserito nella lista nera delle organizzazioni terroristiche americane.

Tra le altre formazioni attive nell'area figurano i jihadisti di Ansar Dine, 'i partigiani della religione (islamica)', formazione collegata con al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi), che inizia a fare capolino nella scena mondiale intorno al 2007. Ma è nel marzo del 2012 che si impone quando prende il sopravvento tra i gruppi di tuareg che si erano lanciati alla conquista di Timbuctu nel nord del Mali. Le loro azioni criminali costringono alla fuga i cristiani. Poi la distruzione dei mausolei perché blasfemi con il sogno di consegnare la regione all'islam integralista. Una mossa che fece scattare l'intervento francese che li costrinse ad abbandonare il 'gioiello del deserto' nel gennaio del 2013, riparando in altre aree.

Secondo analisti il gruppo qaedista è composto essenzialmente da 'uomini blu' che lasciarono il laico Movimento nazionale per la liberazione dell'Azawad (Mnla) e scelsero di avere il Corano accanto al Kalashnikov. Orribili le loro azioni a Timbuctu dove imposero una rigida interpretazione della Sharia soprattutto contro (presunti) ladri, fedifraghi e concubini, oggetto di punizioni corporali. Molto temuta la loro "polizia religiosa" che, tra l'altro, frustava chi veniva sorpreso a giocare a pallone o quelle donne che, anche in casa propria, non indossavano il velo integrale imposto dagli integralisti.