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POLITICA

Intervento al Nazareno

Jobs Act, Poletti alla direzione del Pd: "Non vogliamo abolire l'articolo 18"

Il ministro del Lavoro: "Vogliamo riformare il mercato del lavoro"

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Roma
Dell'esecutivo, oltre al premier Matteo Renzi, alla direzione del Partito democratico interviene anche il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Pronto a difendere la riforma del mercato del lavoro proposta dall'esecutivo e già spiegata dal presidente del Consiglio, Poletti indica una strategia più complessa: "noi non vogliamo abolire l'articolo 18. Vogliamo riformare il mercato del lavoro ma io vorrei anche una cosa più importante: che noi aiutassimo l'Italia a cambiare quel residuo di opinione sbagliata che c'è sull'impresa. Perché c'è ancora chi pensa che l'impresa è dove si sfrutta il lavoratore". 

Quindi poi, riferendosi al testo-delega sul Jobs Act il ministro ha spiegato perché la scelta non sia caduta su un decreto: "Io quella delega l'ho scritta e ho un problema tecnico: se dovessi sognarmi stanotte o la prossima di aver massacrato i lavoratori italiani non starei bene". Così il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, nel corso della direzione nazionale del Pd sul Jobs act. "Perché abbiamo fatto la delega e non il decreto? - ha aggiunto - Noi non vogliamo abolire l'articolo 18, vogliamo riformare il mercato del lavoro. C'è ancora una parte di mondo che pensa che l'impresa è quel luogo dove si sfrutta il lavoro. L'impresa è un'infrastruttura sociale essenziale".

Poi il ministro ha indicato gli effetti economici della riforma: "Abbiamo una crisi di imprenditorialità nel nostro Paese. Dobbiamo costruire un ambiente prima culturale e poi economico per ridurre il rischio agli imprenditori. Dobbiamo costruire una condizione di certezza sulla base della quale un imprenditore sa cosa fare.Come può essere accaduto che in questo Paese abbiamo un sistema di politiche fatto esclusivamente di trasferimenti monetari e mai un cavolo di servizio? Ogni volta che serve qualcosa diamo dei soldi. Ma ora non ce la facciamo piu' perché ci vogliono risorse. E non possiamo mettere altre tasse". Poletti ha poi invitato "a non farsi sconti. Mi dicono 'Poletti ma ci vuole del tempo'. Ma io lo dicevo quindici anni fa. Se iniziaivamo allora.. E in ogni caso cominciamo ora, così tra quindici anni la mia nipotina avrà il sistema che ha pensato il nonno".

I rapporti tra impresa e lavoratori, ha infine spiegato Poletti, non possono essere impostati in una logica di "conflitto" e, soprattutto, bisogna eliminare il nesso "tossico" tra "lavoro e posto di lavoro". "L'idea che il rapporto lavoro-impresa si risolve con il conflitto - ha concluso il ministro - e il contratto non ci arriva più, è troppo banale, è inadeguata. Dobbiamo uscire di qui. Perché l'impresa possa crescere bisogna che gli riduciamo il livello di rischiosistà, l'incertezza allontana le imprese. Dobbiamo fare un'operazione che sarà difficile, perché in questo paese abbiamo costruito più o meno consapevolmente un nesso tra lavoro e posto di lavoro che è diventato tossico. Se guardiamo bene dentro la delega ci troveremo cose splendide".