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POLITICA

Lotta all'Isis

Intervento italiano in Iraq, Grillo: "Italia non può entrare in guerra, Mattarella che dice?"

Dopo le anticipazioni del Corriere della Sera esplodono le polemiche. Il ministero della Difesa frena: sono solo ipotesi

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"L'Italia non può entrare in guerra senza che prima non ci sia stato un dibattito parlamentare, un'approvazione da parte del Parlamento e un'approvazione da parte del Presidente della Repubblica. Mattarella dove sei? Pacifisti con le bandiere arcobaleno dove siete finiti? A girare le frittelle con Verdini e il Bomba (in nomen omen) alle feste dell'Unità?".Così il leader del M5S Beppe Grillo commenta le indiscrezioni di stampa secondo cui l'Italia starebbe valutanto l'intervento in Iraq con la coalizione anti-Isis.

"L'Italia bombarderà l'Iraq in funzione anti Isis. È un'azione di guerra e come tale dovrebbe essere discussa e approvata dal Parlamento, non in modo autonomo da un governo prono alla Nato" protesta il leader M5s che ricorda il bombardamento del campo di Medici senza frontiere in Afghanistan.  "Siamo arrivati al paradosso che per aiutare i profughi (a casa loro, sic) li stiamo bombardando" sottolinea Grillo che continua: "Francia, Nato, e Russia stanno giocando al tiro a bersaglio. L'Italia deve rivedere il suo ruolo nella Nato".

Il ministero della Difesa frena: le azioni di bombardamento dei caccia italiani in Iraq contro l'Isis sono solo ipotesi da valutare con gli alleati, e poi in Parlamento, non decisioni già prese. 

Secondo il Corriere della Sera i tornado italiani appartenenti alla coalizione internazionale contro l'Isis "nelle prossime ore avranno l'incarico di bombardare l'Iraq". L'Italia partecipa alla coalizione da un anno con quattro Tornado del Sesto stormo di Ghedi, un aereo Cisterna KC767 e alcuni droni Predator privi di armamento. Il personale impegnato nell'operazione é di 140 unità, impiegato in missioni di ricognizione. Dall'Italia ci sono state anche fornitura di armi ai Peshmerga curdi e un programma di addestramento tuttora in corso. Secondo quanto riporta il Corriere fondamentale è la distinzione fatta dall'Italia tra Siria e Iraq. Il premier Matteo Renzi ha più volte espresso una posizione contraria all'intervento in Siria, mentre in Iraq "il governo iracheno - scrive il quotidiano- ci ha chiesto di intervenire e anche di bombardare"