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ITALIA

Altri 700 soccorsi al largo delle coste di Tripoli

Immigrazione: 275 migranti in arrivo a Porto Empedocle, in migliaia pronti a partire dalla Libia

Gasparri: "Berlusconi è stato l'unico, inascoltato, a dire che la guerra in quella terra avrebbe portato solo al caos"

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"Adesso  tutti scoprono che il problema delle morti nel Mediterraneo e degli sbarchi di clandestini è la Libia. Renzi prima e Alfano poi hanno una gran bella faccia  tosta. Noi lo abbiamo sempre sostenuto e Berlusconi è stato l'unico, inascoltato, a dire che la guerra in quella terra avrebbe portato solo al caos". All'indomani della tragedia in cui sono morti circa 300 migranti, Maurizio Gasparri punta il dito contro il governo e le sue politiche sull'immigrazione. "Ora tutti ammettono un'evidenza chiara da tempo - continua il senatore forzista -. Mare nostrum e Triton hanno solo moltiplicato i traffici dei mercanti di morte, esposto migliaia di disperati a gravissimi rischi, riempito di immigrati le nostre città senza avere strutture adeguate per l'accoglienza. La realpolitik di Berlusconi fu l'unica a ridurre al minimo i danni. Lo ammetta chi oggi fa finta di niente".

E intanto, dopo che venerdì a poche miglia dalla costa di Tripoli sono state tratte in salvo 700 persone (un centinaio delle quali già sbarcate nella notte a Lampedusa), a Porto Empedocle, nell'agrigentino, sono attesi i 275 migranti in arrivo a bordo della nave della Guardia Costiera CP904 "Fiorillo". Dall'altra parte del Mediterraneo però, in Libia, sarebbero in migliaia i migranti pronti a partire anche perché, come temevano 007 ed esperti del Viminale, col precipitare della situazione nel paese africano è da lì iniziata la fuga. L'assenza di un governo saldo a Tripoli, l'avanzata dell'Isis e il migliorare delle condizioni meteo rischiano di innescare un vero esodo dalle coste del paese nordafricano, che inevitabilmente finirebbe per riversarsi sull'Italia.

Le prime avvisaglie si sono avute in settimana quando alla centrale operativa della Guardia Costiera è arrivata una chiamata di soccorso da un satellitare: proveniva da un gommone in difficoltà a solo 30 miglia da Tripoli. Nella stessa zona i soccorritori hanno individuato altri sei gommoni, partiti a distanza di poche ore l'uno dall'altro. Alla fine i migranti recuperati sono stati oltre 700, trasbordati a bordo di una nave delle Capitanerie e di due mercantili. Ma non è escluso che qualcuno non ce l'abbia fatta: alcuni migranti recuperati da uno dei due mercantili avrebbero raccontato che alcuni di quelli che erano a bordo sono morti durante il viaggio e sarebbero stati gettati in mare.    

"Ci sono decine e decine di barche come queste pronte a partire - dicono soccorritori e forze dell'ordine a Lampedusa - in centinaia sono già nei pressi delle spiagge e ai trafficanti delle condizioni del mare non importa nulla". Già i numeri di gennaio, d'altronde, dimostravano che la situazione è, se possibile, peggiore di quella del 2014, quando alla fine furono 170mila i migranti accolti. Nei primi 30 giorni di quest'anno sono state 3.538 le persone arrivate contro le 2.171 sbarcate l'anno scorso.

"La situazione in Libia è drammatica - ha detto giusto tre giorni fa il capo del Dipartimento dell'Immigrazione del Viminale Mario Morcone - si annuncia una primavera decisamente impegnativa". Che non riguarderebbe soltanto il problema sbarchi: se l'Isis dovesse prendere in mano il traffico degli esseri umani, nessuno può infatti escludere che i barconi possano essere utilizzati per far arrivare in Europa potenziali terroristi. Al momento, sostengono fonti qualificate negli apparati di sicurezza, non sembra questo sia ancora accaduto, perché i fautori del califfato in Libia sono impegnati su altri fronti. Ma ci sono segnali di contatti tra le organizzazioni che gestiscono le traversate e gli uomini in nero.    

"La Libia è il centro del problema, come ha sottolineato anche il presidente Renzi - dice il ministro dell'Interno Angelino Alfano ricordando che l'80% di chi arriva sulle coste italiane parte proprio da lì -. Quel paese è fuori controllo e in preda al caos".

Ad Agrigento, intanto, si è chiuso un altro capitolo della più grande strage di migranti avvenuta in Italia, il naufragio del 3 ottobre davanti all'isola di Lampedusa, quando morirono 368 persone. La Corte d'Assise ha condannato a 30 anni di reclusione il 34enne somalo Mouhamud Elmi Muhidin, accusato di tratta di esseri umani, associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e violenza sessuale. Portato al centro d'accoglienza dopo il naufragio, il somalo venne riconosciuto dai sopravvissuti che lo accusarono di essere uno degli organizzatori del viaggio per l'Italia. "E' lui, la sua faccia non la dimentico" disse ai magistrati uno dei pochi migranti che scampò a quella strage.