Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Grecia-Tsipras-Domenica-decidiamo-di-stare-in-Europa-con-dignita-bd1fa65a-2c37-4fd4-8a9e-4142da7b38c6.html | rainews/live/ | true
MONDO

L'intervento a favore del no al referendum sul piano di aiuti dei creditori

Grecia, Tsipras: "Domenica decidiamo di stare in Europa con dignità"

Doppia manifestazione ad Atene: a piazza Syntagma si sono radunati i sostenitori del "No", mentre nello stadio Kallimarmaro si è dato appuntamento il fronte del "Sì". Intanto il Consiglio di Stato greco ha respinto il ricorso presentato contro il referendum. Il voto dunque si terrà domenica come programmato   

Condividi
"Domenica non decidiamo semplicemente di stare in Europa, decidiamo di stare in Europa con dignità". Lo ha detto il premier greco Alexis Tsipras a piazza Syntagma, ad Atene, durante la manifestazione a favore del "no" al referendum sul piano dei creditori.

"Oggi tutta Europa ha gli occhi puntati sulle nostre piazze, sui luoghi dove la democrazia è nata", ha aggiunto. "Vogliamo che l'Europa torni ai suo valori fondatori. Questa domenica daremo un messaggio di democrazia e dignità all'Europa e al mondo". "Ancora una volta - ha continuato -  scriviamo insieme un momento storico. Vi auguro di dire 'No' ai ricatti, agli ultimatum. Vi invito a voltare le spalle a coloro che vi stanno terrorizzando".

"Abbiamo la giustizia dalla nostra parte, quindi vinceremo. Nessuno può nascondere questo fatto: il nostro popolo andrà avanti, la Grecia resterà in Europa nella solidarietà" ha concluso Tsipras.

Il discorso in tv
Un discorso, quello del premier, che fa eco alle parole pronunciate poce ore prima in tv: “Dite 'no' a ricatti e ultimatum. Votare 'no' al referendum non significa andar via dall’Europa, ma volere un accordo migliore per il futuro”, aveva detto Tsipras, aggiungendo: “Vi chiedo di dire 'no' alla discordia, a quelli che cercano di spargere il panico”.

Il taglio del debito 
Secondo Tsipras, l'unico modo per rendere sostenibile il debito greco è un taglio del 30% e un periodo e di moratoria per il pagamento degli interessi pari a 20 anni. Per il premier, inoltre, "il rapporto del Fondo Monetario Internazionale giustifica la nostra scelta di non accettare un accordo che ignora il tema fondamentale del debito".    

La manifestazione a favore del sì
Anche i sostenitori del sì sono scesi in piazza: si sono radunati allo stadio Kallimarmaro (o Panathinaiko). Schierato su questo fronte c'è anche l'ex premier Antonis Samaras, che in un intevento tv, ha dichiarato: "Il sì è un voto per restare nell'euro". Samaras ha ripetuto che il premier Alexis Tsipras non ha voluto ammettere "di essere stato lui a decidere la chiusura della banche" e ha parlato di "scelte antieuropee" del governo, pagate ora dai greci.

Scontri tra polizia e incappucciati
Brevi scontri tra polizia e incappucciati - che forse volevano puntare verso il Kallimarmaro - si sono verificati ai margini di piazza Syntagma, creando qualche momento di tensione. Una persona è stata fermata dagli agenti.



Il Consiglio di stato: "Il referendum si farà"
Intanto il Consiglio di Stato greco ha respinto il ricorso presentato contro il referendum voluto da Atene sul piano dei creditori. Il voto dunque si terrà domenica come programmato. E i sondaggi rilevano un testa a testa tra il sì e no.  

Botta e risposta Varoufakis-Dijsselbloem
Dall’estero nel frattempo continuano ad arrivare attacchi e segnali preoccupanti per Atene. Al ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, secondo il quale "un accordo è in vista" anche con la vittoria del no al referendum, ha replicato il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, per il quale l'affermazione "è completamete falsa". Secondo il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, “anche nel caso" in cui il risultato del referendum greco "sarà sì, il negoziato sarà difficile. Se voteranno 'no' la posizione greca sarà drammaticamente indebolita". Critico anche il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, per il quale "nelle ultime settimane la situazione in Grecia è drammaticamente peggiorata".

Il fondo salva-Stati: mancato pagamento Fmi atto di default
ll tempo stringe. Per il fondo salva-Stati europeo Efsf, il mancato pagamento della Grecia della rata del Fmi è un "evento di default". Il suo board dei governatori ha comunque deciso di aspettare e "non richiedere" ad Atene il "pagamento immediato dei prestiti concessi né di usare il suo diritto ad agire", cioè di non usare alcuna delle opzioni a disposizione. "Il fondo Efsf è il più grande creditore della Grecia, questo default è causa di profonda preoccupazione - ha dichiarato il direttore Klaus Regling - Rompe l'impegno greco ad onorare i suoi obblighi finanziari verso tutti i suoi creditori e apre la porta a severe conseguenze per l'economia e il popolo greci".

Le banche: fino a lunedì liquidità di 1 miliardo di euro
Quanto alle banche greche, fino a lunedì hanno una liquidità disponibile di 1 miliardo di euro. Lo ha annunciato il numero uno dell'associazione delle banche greche, spiegando che dopo la giornata di lunedì tutto dipenderà dalla Banca Centrale Europea.

Smentita l'ipotesi di un prelievo forzoso sui depositi bancari
Il presidente dell'Associazione bancaria greca, Louka Katseli, intanto, ha smentito la notizia del Financial Times secondo cui ci sarebbe un piano degli istituti bancari di applicare un prelievo forzoso sui depositi per evitare il collasso economico. Si tratterebbe - riferisce il quotidiano britannico - di un prelievo forzoso di almeno il 30% sui depositi sopra gli 8mila euro. "Non esiste uno scenario del genere in nessuna banca greca e neanche come lontana ipotesi", ha detto il banchiere Katseli. Sulla questione è intervenuto su Twitter anche il ministro delle Finanze greco Varoufakis, secondo cui l'articolo si basa su voci maliziose che "l'Associazione delle banche greche ha smentito".

Carne e medicine scarseggiano
Carne e medicine cominciano a scarseggiare nelle isole greche perché i commercianti locali non hanno più soldi per pagare i fornitori stranieri; e dunque cominciano i primi problemi per i turisti che, sfidando il rischio default, hanno deciso di avventurarsi comunque nei mari ellenici.