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MONDO

Turchia

Strage ad Ankara, quasi cento morti. Erdogan: "Attacco contro l'unità del Paese"

Il premier Davutoglu: "E' l'attentato più grave" nella storia del Paese. Due esplosioni vicino alla stazione della capitale durante una manifestazione per la pace hanno causato almeno 97 morti e 400 feriti, secondo il governo turco

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"È l'episodio più doloroso della storia della Repubblica". Questo il commento del premier turco, Ahmet Davutoglu, sull'attacco che ha ucciso almeno 97 persone ad Ankara e ne ha ferite 400. "Nessuno ha rivendicato le esplosioni, ma Isis, Pkk e Dhkp-c (estrema sinistra, ndr) sono potenziali sospetti", ha detto il primo ministro. "È una nostra responsabilità comune quella di proteggere la nostra popolazione", ha aggiunto Davutoglu, sottolineando di guidare un governo ad interim che non è il governo dell'Akp.  Il premier turco ha inoltre ringraziato per i messaggi di cordoglio e solidarietà giunti da tutto il mondo. 

Erdogan: "Condanniamo con forza questo attacco che prende di mira l'unità"
Parole a cui si aggiungono quelle del presidente turco. "Condanniamo con forza questo attacco che prende di mira l'unità. Siamo contro ogni forma di terrorismo", ha detto Recep Tayyip Erdogan dopo le due esplosioni che ad Ankara hanno fatto una strage a una manifestazione per la pace contro l'escalation del conflitto con il Pkk curdo.

Pkk annuncia cessate il fuoco unilaterale
I leader curdi hanno dichiarato un cessate il fuoco unilaterale nel conflitto con la Turchia nel sud-est del Paese, a meno che il Pkk non venga attaccato. I ministri dell' interno Selami Altinok, della giustizia Kenan Ipek e della Salute Mehmet Muezzinoglu hanno cercato di recarsi sul luogo delle esplosioni. I tre sono stati però bloccati da una accesa contestazione da parte di centinaia di persone che si trovavano ancora nella piazza dove l'attentato ha avuto luogo. Dopo minuti di tensione, in base a quanto riportato dalla Cnn turca, Altinok, Ipek e Muezzinoglu hanno deciso di allontanarsi. Erdogan ha cancellato la visita in Turkmenistan dove avrebbe dovuto partecipare a un vertice con i capi di Stato di Turkmenistan e Azerbaijan.

Il governo censura le immagini
Tra i primi interventi del governo c'è stato quello di imporre una censura ai media sulle immagini relative all'attacco. Il divieto si riferisce alla pubblicazione di immagini e video del momento dell'esplosione e di scene cruente "che possano creare un sentimento di panico" nella popolazione. Se i media non rispetteranno il divieto rischiano anche una "censura totale", compreso il blocco all'accesso per i siti web. Diversi rallentamenti su internet sono già stati segnalati nel Paese.

Il premier Davutoglu sostiene che i kamikaze fossero due
Sotto choc invece il Paese. A tre settimane dalle cruciali elezioni politiche, le due esplosioni rappresentano secondo il ministero dell'Interno un "attacco alla pace e alla democrazia in Turchia". Indagini sono state avviate per chiarire se sia trattato di un attentato kamikaze, come suggerito da alcuni media e ipotizzato da Kemal Kilicdaroglu, leader del principale partito di opposizione, il socialdemocratico Chp. I servizi di sicurezza hanno sottolineato che non ci sono state auto distrutte nella duplice esplosione e che l'ipotesi di un kamikaze è plausibile. Il premier turco Ahmet Davutoglu sostiene invece che i kamikaze possano essere due: "Ci sono indizi seri" ha detto il premier, annunciando anche 3 giorni di lutto nazionale.

Lo stesso Davutoglu ha subito convocato una riunione d'emergenza sulla sicurezza, mentre i principali leader politici hanno interrotto la loro campagna elettorale per recarsi sul luogo dell'attacco. La manifestazione per la pace è stata annullata e gli organizzatori hanno chiesto ai partecipanti e a quelli che stavano arrivando da altre città di tornare a casa nel timore di nuovi attentati. "Stiamo assistendo a un enorme massacro.  una continuazione di quelli di Diyarbakir e Suruc", ha denunciato il leader del partito filo-curdo Hdp, Selahattin Demirtas, riferendosi all'attentato a un suo comizio a Diyarbakir alla vigilia del voto di giugno, in cui morirono 2 persone, e a quello del 20 luglio a Suruc, con 33 attivisti diretti a Kobane uccisi da un kamikaze dell'Isis.

Le condoglianze di Putin
Dall'estero il presidente russo, Vladimir Putin, ha inviato un telegramma di condoglianze al presidente turco Erdogan, esprimendo le proprie "più sincere condoglianze alle famiglie e agli amici delle vittime" e ribadendo la volontà di Mosca a collaborare con la Turchia per il contrasto al terrorismo e ha espresso la speranza che i colpevoli di un crimine tanto cinico siano consegnati alla giustizia. Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni hanno inviato un messaggio di cordoglio alle istituzioni turche.

Casa Bianca: forte condanna per atto orribile
Gli Stati Uniti condannano nella maniera più risoluta l'orribile attentato terroristico di oggi ad Ankara. Lo si legge in una nota della Casa Bianca che spiega: "Il fatto che l'attacco sia stato effettuato prima di una manifestazione per la pace, sottolinea la depravazione di coloro che lo hanno architettato e ci ricorda la necessità di affrontare in maniera condivisa le sfide alla sicurezza nella regione". 

Mattarella: "Attentato ignobile"
"Ho appreso con grande amarezza dell'ignobile attentato contro civili innocenti che manifestavano per la pace. Desidero condannare nella maniera più risoluta tale gesto vile che richiama l'urgenza di combattere uniti la piaga del terrorismo". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella, in un messaggio al presidente turco Erdogan. 

Renzi: "Sgomento per efferato attentato"
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi esprime il proprio sgomento e dolore "per l'efferato attentato terroristico contro la democrazia e la pace che è costato la vita a tanti manifestanti ad Ankara".