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POLITICA

Presidente emerito

Napolitano: nodo governo difficile da sciogliere. Nessuno è predestinato a fare il premier

Sul 25 aprile: "La democrazia non è un regalo, va ricordato" 

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Gli accordi per formare un nuovo governo "si negoziano" perché non c'è alcun "predestinato" alla carica di premier. Lo dice il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, ospite di Fabio Fazio a  'Che tempo che fa' su Rai1.  "Ci sono troppi esclusivismi, nessuno ha avuto la  maggioranza ed è fatale un accordo, e gli accordi si negoziano. Il dato con cui tutti devono fare i conti è la forza dei numeri e della democrazia. Ci si confronta e si discute, senza mettere avanti la propria predestinazione a questo o quello incarico di governo", spiega Napolitano.

"Molte difficoltà per sciogliere il nodo" del governo
"Non predico il pessimismo. Ma avere un governo nella pienezza delle sue funzioni è un nodo sottoposto a molte difficoltà", dice il presidente emerito della Repubblica. Per Napolitano "serve una massima condivisione delle responsabilità perché l'Italia abbia il governo di cui ha bisogno. La situazione internazionale, nei suoi sviluppi imprevisti, complessi e drammatici richiede che ci sia un'Italia che dica la sua parola. Dobbiamo sentire l'urgenza e trarne le conseguenze: una massima condivisione della responsabilità perché l'Italia abbia il governo di cui ha bisogno". 

25 aprile. "La democrazia non è un regalo, va ricordato" 
L'uso di simboli che si richiamano al fascismo è "una manifestazione di ignoranza e irresponsabilità: i dritti, la democrazia e la libertà sono stati conquistati e riconquistati attraverso una storia drammatica, non ce li ha regalati nessuno e anche le nuove generazioni non li devono considerare un'eredità di cui beneficiare senza chiedersi da dove vengono. Vengono dalle lotte antifasciste e dalla resistenza. Sono le basi su cui si sono costruiti i grandi valori e beni di cui oggi possiamo disporre", dice ancora Napolitano a 'Che tempo che fa'. "Il 25 aprile del '45 avevo poco meno di 20 anni e ricordo molto forte la commozione straordinaria per le città del nord che si liberavano dall'oppressione tedesca e mettevano in primo piano i costruttori della resistenza della lotta partigiana".