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POLITICA

Ballottaggio

Chiusi i seggi a Ostia per l'elezione del 'minisindaco'. Affluenza ancora in calo

La sfida è tra il Movimento 5 Stelle e il centrodestra. Alle urne solo il 33,6%, 3 punti in meno rispetto alla già bassa affluenza del primo turno

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Chiusi i seggi a Ostia per l'elezione del 'minisindaco' del X Municipio di Roma. Ora si contano le schede.

Nonostante gli appelli al voto e la campagna 'Adotta un astenuto' della candidata M5S Giuliana Di Pillo, i votanti sono calati ancora per il ballottaggio con Monica Picca di Fdi-An e del centrodestra. Chi sarà favorito dall'astensionismo - già oltre i due terzi al primo turno - è presto per dirlo, ma è certo che le vicende traumatiche delle ultime settimane non hanno spinto i cittadini ad andare nelle 183 sezioni elettorali sorvegliate da 400 agenti in più. 

Alle urne solo il 33,6%, in calo di 3 punti rispetto alla stessa ora del primo turno. Di Pillo il 5 novembre era avanti del 4% con il 30,2%. 

La testata di Roberto Spada al giornalista Rai Daniele Piervincenzi, le manifestazioni antimafia e per la libertà di stampa, ma anche le accuse reciproche tra M5S e destra di avere l'appoggio del clan del litorale non hanno invogliato al voto. E così il destino del decimo Municipio di Roma, sciolto per infiltrazioni mafiose sull'onda dell'inchiesta 'Mondo di Mezzo' - con il minisindaco Pd Andrea Tassone arrestato e condannato a 5 anni  - e commissariato per due anni sarà deciso da poco più del 33 per cento dei 185.661 aventi diritto, su una popolazione di oltre 240 mila persone, come una città di media grandezza. Una elezione che da locale si è fatta caso nazionale anche come primo test per la sindaca della capitale, Virginia Raggi, che un anno e mezzo fa ebbe più del 76 per cento a Ostia. 

L'ìncognita del ballottaggio è a chi andranno -  se andranno a qualcuno - il 9 per cento di CasaPound e il 14% del Pd.

Il territorio del litorale romano eleggerà una donna, scegliendo tra la 55enne educatrice Di Pillo e la 46enne insegnante Picca. Il neo presidente fronteggerà problemi come il lungomuro che oscura il mare per chilometri, i trasporti carenti nei 30 chilometri dal centro di Roma, l'abusivismo edilizio e la carenza di servizi nel vasto entroterra. E poi la presenza mafiosa, non solo degli Spada, ma anche dei Fasciani, dei Triassi e di altri clan.