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ITALIA

Orlando chiede relazione

Giudice di Trento a un avvocato siciliano: "Qua siamo in un posto civile, non a Palermo". È bufera

Il Presidente del Tribunale si difende: nessuna offesa, solo la risposta ad un atteggiamento inopportuno dell'avvocato. Quest'ultimo attacca: vicenda "incredibile"

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Gli ispettori del ministero della Giustizia, su disposizione del Guardasigilli Andrea Orlando, hanno chiesto al procuratore generale di Trento una relazione sulla vicenda di un giudice che durante un'udienza avrebbe detto a un avvocato: "Qua
siamo in un posto civile, non siamo a Palermo". Secondo quanto riportato dalla stampa, a denunciare il fatto è stato lo stesso legale coinvolto, Stefano Giordano, del Foro di Palermo, che si trovava al Tribunale di Trento per l'udienza.

La vicenda
"Avvocato, lei taccia, perché qua siamo in un posto civile, non siamo a Palermo". Ha sollevato fortissime polemiche questa frase pronunciata dal presidente del Tribunale del Riesame di Trento, Carlo Ancona, nei confronti dell'avvocato palermitano Stefano Giordano, nel corso di una udienza tenutasi alcuni giorni fa nel capoluogo trentino. Il legale, figlio di Alfonso Giordano, il presidente del Maxiprocesso, ha commentato l'episodio definendolo "incredibile" e affermando che "offende tutti i palermitani". La frase, che Giordano ha ottenuto fosse messa a verbale, è approdata al Csm dove Piergiorio Morosini ha chiesto l'avvio di una pratica per il contenuto "razzista" della stessa. Il giudice trentino si è difeso spiegando di non avere voluto offendere Palermo, ma di aver risposto in quel modo a causa di un presunto atteggiamento da lui ritenuto inopportuno da parte del legale.