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MONDO

L'accordo era stato firmato nel 2015

Nucleare iraniano, a rischio l'accordo con Teheran. "Ho deciso", annuncia Trump. Ma non dice cosa

Anche il segretario di stato americano Tillerson tiene le carte coperte. "Il presidente ha preso la sua decisione ma non l'ha condivisa con nessuno 'esternamente', neppure con Theresa May che gliela aveva chiesto".  Mogherini difende l'accordo: "Non abbiamo bisogno di un'altra crisi nucleare"

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La sorte dell'accordo sul nucleare iraniano è deciso ma c'è solo un uomo al mondo che la conosce: sullo sfondo dell'assemblea generale dell'Onu va in scena l'ultima rappresentazione della via di Trump alla trattativa diplomatica ed è inutile dire che anche questa volta è una via alquanto irrituale.

Il sibillino "ho deciso" del Presidente
"Ho deciso", ha preannunciato sibillinamente ai cronisti Donald Trump a margine del bilaterale con il presidente dell'autorita' palestinese Abu Mazen, senza pero' rivelare le sue intenzioni. Come fece con l'accordo di Parigi sul clima, tenendo il mondo col fiato sospeso per giorni.

Tillerson: "Nessuno lo sa"
In serata il segretario di stato americano Rex Tillerson, dopo un incontro dei 5+1 in cui ha visto per la prima volta il ministro degli esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, ha tenuto le carte coperte. Il presidente, ha spiegato, ha preso la sua decisione se certificare o meno il rispetto dell'accordo sul nucleare alla prossima scadenza del 15 ottobre ma non l'ha condivisa con nessuno "esternamente", neppure con Theresa May che gliela aveva chiesto ieri.

Verso la bocciatura dell'accordo con Teheran
La Nbc, citando quattro fonti, tra cui una ad alto livello nell'ambito dell'amministrazione americana, ha riferito che il tycoon propenderebbe per la bocciatura della certificazione: in tal caso il congresso avrebbe 60 giorni per decidere se imporre nuovamante le sanzioni cancellate in base all'accordo. L'obiettivo finale di Trump sarebbe di spingere gli alleati europei a concordare di rinegoziare alcune misure e fare pressione sull'Iran perche' torni al tavolo.  Anche Tillerson ha ammesso che ci sono "problemi significativi" con l'accordo, dopo il quale "abbiamo visto tutto tranne che stabilita'" nella regione.

Rouhani: "Non saremo i primi a violarlo"
Ma il presidente iraniano Hassan Rouhani ha difeso l'accordo escludendo di rinegoziarlo. "Non saremo noi i primi a violarlo", ha detto all'assemblea generale dell'Onu, criticando duramente le minacce di Trump, anche se ha detto di non aspettarsi che gli Usa escano dall'intesa, "nonostante la retorica e la propaganda".

Mogherini difende l'accordo: "Non abbiamo bisogno di un'altra crisi nucleare"
A difendere strenuamente l'intesa e' stata Federica Mogherini, alta rappresentante per la politica estera Ue. "Non c'e' alcun motivo per smantellare un accordo che funziona e da' risultati", ha sostenuto, riferendo che tutte le parti concordano sul fatto che finora e' stato rispettato, come certificato dall'Aiea. "Abbiamo un'altra potenziale crisi nucleare. non abbiamo assolutamente bisogno di entrare in un'altra", ha osservato riferendosi alla crisi nordcoreana. non manca chi osserva che se Trump facesse saltare il 'patto' nucleare iraniano sarebbe piu' difficile convincere Kim jong-un a fidarsi di un accordo sul disarmo nucleare.

Macron va oltre: "L'accordo non basta"
Ma nel fronte europeo rischia di aprirsi una crepa: il presidente francese Emmanuel Macron, pur sostenendo che sarebbe un errore uscire dal patto, ritiene che esso non sia sufficiente, dato l'aumento della pressione che Teheran sta esercitando nella regione e la prosecuzione del programma balistico.

Gentiloni difende l'accordo
A difesa del mantenimento dell'intesa con Teheran si schiera invece il premier italiano Paolo Gentiloni. "Crediamo che la comunità internazionale debba assicurare che il Joint Comprehensive Plan of Action rimanga una storia di successo nell'ambito degli sforzi globali di contrasto alla proliferazione di armi di distruzione di massa. Allo stesso tempo, siamo convinti dell'importanza di una piena e integrale applicazione della Risoluzione Onu 2231".