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ECONOMIA

Banche, Patuelli: "Accelerare le inchieste, sì a super procura"

Il presidente dell'Abi dice sì alla proposta avanzata dal vicepresidente del Csm Legnini riguardo all'istituzione di una sezione specializzata nelle procure per indagare sui reati bancari

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Sì alla proposta avanzata dal vicepresidente del Csm Legnini riguardo all'istituzione di sezione specializzate nelle procure per indagare sui reati bancari, ma occorrono anche testi unici europei di diritto finanziario. E' questa la posizione espressa dal presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, in un'intervista alla Stampa in cui assicura che "sui crediti deteriorati si sta facendo un lavoro enorme, in otto mesi si sono ridotti di un quarto".    

"Durante i lavori della commissione di inchiesta è  emerso che la Banca d'Italia ha fatto molte e tempestive segnalazioni all'Autorità giudiziaria. In alcuni casi i procedimenti sono stati rapidi, in altri casi meno", osserva Patuelli. "Non è solo un problema di specializzazione dei tribunali. La materia finanziaria dalla fine del 2014, ovvero dalla nascita dell'Unione bancaria,  è diventata ancora più complessa".  Per questo, sostiene Patuelli, "da un lato occorre fare quel che dice Legnini, dall'altro ci vogliono testi unici europei di diritto bancario, finanziario, fallimentare e penale dell'economia. Avremmo una maggiore certezza giuridica".    

Parlando degli istituti più piccoli, "temo a molti non sia chiaro che il sistema delle banche centrali è uno, e che se la vigilanza europea vuole avocare a sé i controlli su uno qualsiasi degli istituti dell'Unione lo può fare in ogni momento", dichiara Patuelli. "Non esistono zone grigie di cui Francoforte non ha controllo se non attraverso le banche centrali nazionali. Se la vigilanza unica ha una preoccupazione specifica, ha i poteri per farvi fronte. Se non interviene, devo dedurre che non sono preoccupati".  

 Sul caso San Marino, lo Stato "dovrebbe entrare nell'Unione e trasformarsi nel Lussemburgo del Sud Europa", chiosa Patuelli.