POLITICA
La corsa al Quirinale
Colle, Renzi vede Bersani e Berlusconi: "Non accetto veti". Stallo su Amato - Mattarella
"Abbiamo cominciato a lavorare e anche bene", il commento dell'ex segretario Pd. Dopo di lui ha varcato la soglia di Palazzo Chigi Silvio Berlusconi, ma si attendono ancora commenti. Veti incrociati sui giudici della Corte Costituzionale Giuliano Amato e Sergio Mattarella
E' durato circa due ore l'incontro a Palazzo Chigi tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi sul nodo del Quirinale. Al termine del colloquio, il leader di Forza Italia si è allontanato in auto senza dichiarazioni. Ora l'ex cavaliere sta incontrando i grandi elettori di Forza Italia.
Nel corso dell'assemblea del parlamentari democratici, in mattinata il premier Matteo Renzi aveva dichiarato: "Prendiamo atto, ma non accettiamo il “no” di Forza Italia a candidati alla presidenza della Repubblica con accentuata militanza Pd".
Una dichiarazione con la quale Renzi rivendica il diritto di proposta al Pd ed anche un'eventuale indicazione di un candidatao proveniente dalla cultura post comunista. Data per acquisita una candidatura dal profilo politico e non tecnico. Un'indicazione sulla quale sembra esserci convergenza da più parti politiche.
Prima di Silvio Berlusconi, a Palazzo Chigi ha fatto il suo ingresso Pierluigi Bersani. L'ex segretario Pd al termine del colloquio ha dichiarato: "Abbiamo cominciato a lavorare e anche bene". Colloqui anche con Casini e Alfano.
Le opzioni Amato, Mattarella, Fassino, Finocchiaro
Indiscrezioni tengono vive le ipotesi delle indicazioni dei due giudici della Corte Costituzionale Sergio Mattarella e Giuliano Amato. Anche se su entrambi, ci sarebbe stallo per veti incrociati. La rivendicazione di un "candidato di sinistra" non esclude il presidente della Commissione Affari istituzionali di Palazzo Madama Anna Finocchiaro e del sindaco di Torino Piero Fassino.
La delegazione Pd
Le consultazioni proseguono serrate. Ora a Palazzo Chigi è il turno delle delegazione democratica con il capogruppo alla Camera Roberto Speranza, il presidente dei senatori Luigi Zanda e dal presidente del partito, Matteo Orfini, insieme ai vice segretari Lorenzo Guerini e Deborah Serracchiani.
Nel corso dell'assemblea del parlamentari democratici, in mattinata il premier Matteo Renzi aveva dichiarato: "Prendiamo atto, ma non accettiamo il “no” di Forza Italia a candidati alla presidenza della Repubblica con accentuata militanza Pd".
Una dichiarazione con la quale Renzi rivendica il diritto di proposta al Pd ed anche un'eventuale indicazione di un candidatao proveniente dalla cultura post comunista. Data per acquisita una candidatura dal profilo politico e non tecnico. Un'indicazione sulla quale sembra esserci convergenza da più parti politiche.
Prima di Silvio Berlusconi, a Palazzo Chigi ha fatto il suo ingresso Pierluigi Bersani. L'ex segretario Pd al termine del colloquio ha dichiarato: "Abbiamo cominciato a lavorare e anche bene". Colloqui anche con Casini e Alfano.
Le opzioni Amato, Mattarella, Fassino, Finocchiaro
Indiscrezioni tengono vive le ipotesi delle indicazioni dei due giudici della Corte Costituzionale Sergio Mattarella e Giuliano Amato. Anche se su entrambi, ci sarebbe stallo per veti incrociati. La rivendicazione di un "candidato di sinistra" non esclude il presidente della Commissione Affari istituzionali di Palazzo Madama Anna Finocchiaro e del sindaco di Torino Piero Fassino.
La delegazione Pd
Le consultazioni proseguono serrate. Ora a Palazzo Chigi è il turno delle delegazione democratica con il capogruppo alla Camera Roberto Speranza, il presidente dei senatori Luigi Zanda e dal presidente del partito, Matteo Orfini, insieme ai vice segretari Lorenzo Guerini e Deborah Serracchiani.