Original qstring: refresh_ce | /dl/archivio-rainews/articoli/Aids-Hiv-terapia-cancro-cca6070b-395f-4afe-951c-d8d1c3300b47.html | rainews/live/ | true
SALUTE

Lotta all'Hiv

Aids, una speranza dalla ricerca sul cancro

Una terapia antitumorale si dimostra efficace anche per eliminare le cellule infettate dal virus. Uno studio statunitense apre nuove prospettive per i malati. Potrebbe essere il primo passo per trovare cure che consentano una guarigione definitiva

Condividi
Un anticorpo attacca il virus Hiv (immagine RSNA)
Chicago
Una tecnica utilizzata per curare il cancro apre nuove prospettive per gli studiosi impegnati nella lotta all'Aids: la radioimmunoterapia sta dando risultati promettenti anche contro il virus Hiv. E' il contenuto di uno studio presentato da alcuni ricercatori statunitensi al meeting annuale della Radiological Society of North America.

Una strategia innovativa
Gli attuali trattamenti antiretrovirali (Haart) si sono rivelati efficaci per limitare la replicazione dell'Hiv nel corpo. Impiegandoli il numero di particelle virali resta molto basso, ma non si annulla e non si ottiene quindi una guarigione definitiva. Gli studiosi hanno utilizzato la radioimmunoterapia (Rit) per provare a distruggere le cellule infettate dal virus che causa l'Aids in campioni di sangue di pazienti sottoposti a terapia Haart. Il risultato è che i linfociti infetti sono stati soppressi. In pratica, l'infezione sembra essere stata eliminata.

"Così eliminiamo le cellule infette"
La Rit è stata storicamente impiegata nei trattamenti anticancro e utilizza gli anticorpi monoclonali. Questi anticorpi, realizzati in modo da riconoscere e attaccare uno specifico antigene, sono associati a un isotopo radioattivo. Quando vengono iniettati nel sangue del paziente, viaggiano fino al loro obiettivo e rilasciano le radiazioni. "Qualunque strategia per curare l'infezione da Hiv deve includere un metodo per eliminare le cellule infette", dice Ekaterina Dadachova dell'Albert Einstein College of Medicine di New York. "Quando la terapia Haart e la Rit sono impiegate insieme uccidono rispettivamente il virus e le cellule che ha colpito". Il tutto, sottolinea la principale autrice dello studio, "senza danneggiare le cellule circostanti".

Efficace nel sangue e anche nel cervello
Secondo lo studio, questa tecnica ottiene risultati positivi anche dove le terapie attuali incontrano le maggiori difficoltà. I trattamenti antiretrovirali sono infatti poco utili per limitare la replicazione dell'Hiv nel cervello e nel sistema nervoso centrale. Quest'ultima, dice Ekaterina Dadachova, "causa disordini cognitivi e declino mentale". La Rit si è rivelata invece rivelata efficace anche in questo ambito. 

Dai campioni di laboratorio ai pazienti
I dati raccolti nella ricerca sono riferiti esclusivamente ad esperimenti effettuati in laboratorio su campioni di sangue. La strada verso il possibile impiego su larga scala di questa tecnica è ancora lunga: il prossimo passo consisterà nello sviluppo dei primi test clinici su pazienti infetti da Hiv.