Mutko: "Pronti alle vie legali"

Il ministro dello sport Russo: "Il Cio verifichi le accuse"

1481384188450_article-P-e2e3ec30-2ba3-4f26-9901-d66eb4dca34a-5D0d9AfCwm13ba44e8d274209772-63_634x356.jpg"Porteremo questa storia in tribunale, tocchera' comunque al Cio verificare il lavoro che e' stato svolto". Vitaly Mutko, oggi vice premier ma ministro dello Sport russo negli anni sotto accusa nel rapporto McLaren, passa al contrattacco.

"A Sochi era semplicemente impossibile fare quello di cui siamo accusati - le sue parole alla Tass - E i nostri atleti non sono mai stati parte di questo presunto sistema di test manipolati. Queste accuse vengono mosse solo contro la Russia e ho piu' volte detto che il nostro sport, per oltre un anno, e' stato controllato dall'agenzia britannica antidoping e dalle organizzazioni sportive internazionali senza che abbiano riscontrato alcuna cospirazione. Se c'e' stata, era riconducibile al direttore del laboratorio", il riferimento a Grigory Rodchenkov, dalle cui confessioni e' partito tutto.

"Ai Giochi e' stato tutto controllato dalla Wada e dal Cio e c'e' bisogno di prove veramente serie per portare avanti accuse di complotto o doping di Stato. Non e' colpa nostra se qualcuno a Sochi ha reso peggio di quanto potesse, nessuna delle nostre vittorie e' stata una sorpresa".

Piu' concilianti i toni di Alexander Zhukov, presidente del Comitato olimpico russo: "siamo pronti a collaborare con tutte le organizzazioni internazionali, compresi Wada e Cio. Abbiamo modificato le nostre legge e la Rusada e' oggi assolutamente indipendente, abbiamo fatto ogni sforzo possibile per aumentare la lotta al doping. Non e' mai esistito ne' esiste alcun doping di Stato in Russia e lo stesso McLaren ha sottolineato che abbiamo fatto molto nel combattere l'uso di sostanze vietate".

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  • pubblicato10.12.2016
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