Juve nella Top Ten del fatturato

Agnelli: "Ma i principali competitor sono inarrivabili. L'elezione di Tavecchio una sconfitta per il calcio"

1414143157588_455425170.jpg"Il livello di fatturato, che per la prima volta ha superato i 300 milioni, conferma la Juventus tra i primi 10 club al mondo e il rating Uefa è migliorato, ma i nostri principali competitor, Real Madrid, Bayern, Manchester United e Barcellona ci hanno distanziato nettamente".

Lo ha detto Andrea Agnelli all'assemblea degli azionisti della Juventus.

"Nessuno che vesta la maglia della Juventus ha voglia di fermarsi: il successo più importante è il prossimo" ha aggiunto Agnelli ricordando come con il terzo scudetto vinto consecutivamente il club bianconero "primo nella storia, ha saputo ripetersi a distanza di quasi 80 anni, segnando un crocevia nel calcio italiano", ha aggiunto il patron bianconero. 

"Dobbiamo essere consapevoli di essere antipatici perché vinciamo, ma dobbiamo essere sereni da questo punto di vista.Se i tifosi vip si vergognano di tifare per la Juve, che non tifino: siamo 14 milioni e stiamo bene così", ha aggiunto il presidente bianconero.

 "L'area sportiva ha basi solide, costituite, in primis, da Massimiliano Allegri, un tecnico che ha già dimostrato di saper vincere - ha proseguito Agnelli - e che insieme a Fabio Paratici e Pavel Nedved, e ad un gruppo di calciatori in grado di affrontare le nuove sfide, sta lavorando per vincere il quarto scudetto consecutivo". "Un'impresa che ci avvicinerebbe alla leggenda", ha aggiunto.

"Per essere competitivi in Europa non serve un aumento di capitale. L'aumento di capitale è uno strumento a cui si deve ricorrere per soli due casi: per un piano di acquisizioni o quando le società non hanno patrimonio sufficiente". Così Andrea Agnelli ha risposto agli azionisti che gli chiedevano una ricapitalizzazione della società per competere in Europa.  "Il rapporto con Exor è perfetto, ci dà pieno sostegno sempre. Il rapporto con mio cugino Jachi è estremamente soddisfacente dal punto di vista professionale e umanamente di grande affetto", ha aggiunto.

"Per quanto riguarda la Juve, gli obiettivi erano chiari: il primo è competere ad alto livello, vincere tutto ma ci si deve confrontare con la realtà e con squadre che hanno legittime ambizioni. L'altro era raggiungere l'equilibrio economico finanziario", ha ribadito Agnelli. "Abbiamo presentato dati in miglioramento, ma viviamo in un contesto in cui ci sono delle leggi. Il -7 milioni dovuto all'Irpef non certifica il lavoro al 100% fatto in questi anni. Ma proseguiremo in questo corso - ha spiegato - i rinnovi di Pogba e Vidal ci danno grande tranquillità. Gli investimenti fatti in questi anni sono importanti e proseguiremo in questa direzione. Per competere in Europa la risposta  non è l'aumento di capitale ma la vera sfida è quella del calcio italiano che deve tornare ad essere competitivo".

 L'elezione alla Federcalcio di Carlo Tavecchio e' stata "una sconfitta per il calcio italiano, che ha dato un'immagine di se' stantia e senza alcuna propensione riformista" ha tuonato poi  Agnelli all'assemblea degli azionisti della Juventus.  "La governance del calcio ha dimostrato tutti i suoi limiti nell'estate appena trascorsa - aggiunge Agnelli -: il meccanismo cervellotico di elezione del presidente federale è riuscito a trascurare le indicazioni di tutte le componenti tecniche, calciatori, allenatori e arbitri, e di una consistente parte della serie A". Secondo Andrea Agnelli, si è trattato di "una sconfitta per tanti e una vittoria per alcuni abili e disinvolti personaggi, che affondano le radici del loro consenso in un tempo lontano, durante il quale la logica delle satrapie poteva reggere il potere".

"Il calcio italiano sara' presto moribondo se non sapra' cogliere una doppia sfida: sul fronte interno, gli appassionati devono tornare a popolare gli stadi. E poi l'estero: la sfida di un mercato davvero globale". "La Juve - aggiunge - potra' crescere solo frazionalmente se il prodotto serie A non fara' altrettanto. Le forze conservatrici, che al momento paiono prevalere, non riusciranno a soffocare il cambiamento". 

 "La revisione delle rose di serie A e' sacrosanta, ma deve essere sostenuta da una politica di immigrazione che sappia governare la situazione di un mondo in costante movimento e dalla istituzione delle seconde squadre". Le seconde squadre, aggiunge Agnelli, "sono da preferirsi alle cosiddette multiproprieta', che non farebbero altro che alimentare valutazioni artificiose e piccoli potentati provinciali". 

"Le nostre posizioni sono note e non sono cambiate, non credo meriti ribadire le varie attività intraprese. Non posso che tornare a chiedere pazienza nella conclusione degli atti giudiziari presso i procedimenti ordinari", ha detto il presidente della Juventus rispondendo ad una domanda di un investitore. "Le udienze sono state fissate per gennaio 2015, poi al termine dell'ultimo grado di giudizio avremo un quadro completo delle realtà processuali. Quando avremo tutti i carteggi procederemo al meglio nella tutela degli interessi della società, sia quelli sportivi che quelli patrimoniali", ha aggiunto.

Per l'esercizio 2014-2015 la Juventus "ha destinato significative risorse per rafforzare ulteriormente la rosa della prima squadra, trattenere i talenti gia' in organico e porre basi per i futuri inserimenti di giovani di ottime prospettive: il risultato e' previsto quindi ancora in perdita". Lo ha detto Aldo Mazzia, amministratore delegato della squadra bianconera, che durante l'assemblea degli azionisti ha ricordato che l'obiettivo della societa' e' "consolidare il trend di miglioramento dei risultati economici evidenziati nel corso degli ultimi tre esercizi".

Il fatturato 2013-2014 della Juventus e' stato di 315,8 milioni di euro, per la prima volta nella sua storia sopra i 300 milioni, mentre l'esercizio chiude con una perdita di 6,67 milioni. Agli azionisti viene proposto di coprire il rosso con l'utilizzo, per pari importo, della riserva da sovrapprezzo azionisti.

"Il break even anteimposte e il ritorno dopo quattro anni dell'utile operativo, uno degli obiettivi che ci eravamo prefissati - ha sottolineato il presidente Andrea Agnelli - completano il quadro di turnround che in pochi ritenevano possibile". Nell'esercizio 2013-2014 le cessioni e le risoluzioni delle compartecipazioni hanno generato plusvalenze nette pari a 35,3 milioni, mentre l'impegno finanziario netto complessivo, ripartito in cinque esercizi, e' pari a 12,2 milioni.

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  • pubblicato24.10.2014
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