Inter, ora tocca a Mancini

Il tecnico è stato accontentato dal mercato, squadra rivoluzionata. Derby banco di prova

1440254311137_mancini.jpg"Anche dieci nuovi acquisti vanno bene", aveva dichiarato tra lo scherzo e il serio Roberto Mancini alla vigilia della sfida col Carpi. Detto fatto, l'Inter si è rivoluzionata. È stato dato l'addio a tredici giocatori e il benvenuto a dieci innesti. Una squadra più fisica, tecnicamente di alto livello, che unisce la spregiudicatezza dei giovani alla sicurezza degli esperti. Forse, finalmente, Mancini potrà dire che questa è davvero la 'sua Inter'. La difesa è più affidabile grazie alla coppia Murillo-Miranda e a un terzino sinistro di ruolo come Alex Telles che potrebbe superare Juan Jesus per una maglia da titolare. Il centrocampo è fisico e aggressivo, ma allo stesso tempo di qualità, con il nuovo leader Felipe Melo in grado di gestire anche le pressioni dei grandi palcoscenici. Al suo fianco probabilmente ci saranno Kondogbia e Brozovic. In attacco inamovibile Icardi, supportato da Perisic e Jovetic con Ljajic a far staffetta col montenegrino (suo ex compagno ai tempi della Fiorentina).

Si delinea, così, il 4-3-3 cercato e auspicato dal tecnico jesino. Una squadra che dovrà lottare per lo scudetto, come dichiarato più volte in questo inizio stagione. Thohir, infatti, dopo aver lasciato carta bianca all'allenatore, pretende ora i risultati. Si aspetta che Mancini rispetti almeno la promessa di un ritorno in Champions. I sei punti ottenuti nelle prime due di campionato, hanno permesso all'Inter di staccare già le altre grandi in classifica. Ma, dopo un mercato di questo livello, le partite devono essere chiuse prima e non allo scadere come contro Atalanta e Carpi.

La proprietà ha investito tanto, sfiorando i 100 milioni di euro per accontentare l'allenatore. Il Fair Play Finanziario, però, ha imposto anche sacrifici in uscita e non è un caso che Hernanes è Kovacic fossero stati utilizzati fuori ruolo (da esterni) nel derby del Trofeo Tim. Era un messaggio, un segnale anche agli stessi giocatori. Cessioni illustri, contando anche quella di Shaqiri, necessarie per finanziare la rivoluzione disegnata da Mancini. Thohir, ieri, si è così separato dal primo acquisto della sua presidenza. Hernanes, per quanto tecnicamente importante, ha vissuto una stagione e mezza di alti e bassi. Spesso infortunato, solo di rado determinate. Sette i gol con la maglia nerazzurra, troppo pochi per entrare nelle grazie dell'allenatore.

Gli 11 milioni incassati dalla cessione del brasiliano, insieme ai 35 di Kovacic (più eventuali bonus) e i 17 di Shaqiri, hanno permesso l'acquisto di Kondogbia (30 milioni), Perisic (16), Jovetic (3), Murillo (8), Melo (3.5), Ljajic (3), Miranda (3) e Telles (1.5) solo per citare i probabili titolari. Il bilancio è quindi praticamente in parità, ma ora serve tornare in Europa. Da domani Mancini potrà iniziare a lavorare con la sua nuova Inter, in attesa del rientro dei nazionali.

Melo è già sbarcato oggi a Milano, caricando l'ambiente: "Sono molto felice, si parla dell'Inter non da due mesi, ma da anni, è un sogno che c'è da tempo. Mancini? Abbiamo vinto insieme al Galatasaray, vince sempre, è un esperto, fa piacere a qualsiasi giocatore giocare con lui. A me piace vincere, vincere con un club come l'Inter è il sogno di ogni giocatore. Lo scudetto sempre possibile. Lavorerò tantissimo e non mollo mai. Tecnicamente non sono al 100 percento, ma questa è la mia forza. Sono sicuro che i tifosi mi saranno vicini perché farò la battaglia sul campo".

Domani toccherà a Telles, poi sarà la volta di Ljajic. C'è un derby da preparare, prima prova del nove di questa stagione e primo esame del mercato. Anche il Milan ha speso tanto, praticamente quanto l'Inter. Ma sarà solo il campo a promuovere uno dei due progetti della Milano del calcio.

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  • pubblicato01.09.2015
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