Diritti tv: la Finanza nelle sedi di società di A e B

Si tratta di perquisizioni disposte dalla Procura di Milano

1444665602703_diritti_tv.jpgNon solo acquisizione di documenti con un ordine di esibizione nella sede milanese della Lega Calcio. Ma anche una perquisizione negli uffici di alcune società di calcio di serie A e B. Perquisizioni eseguite 'sotto traccia' dalla Guardia di Finanza di Milano venerdì scorso su disposizione del procuratore aggiunto Giulia Perrotti e dei pm Roberto Pellicano e Giovanni Polizzi, titolari dell'indagine divisa in più filoni, uno dei quali riguarda presunte irregolarità nell'assegnazione dei diritti tv del calcio avvenuta la scorsa primavera.

"Il Genoa è una delle squadre le cui sedi sono state perquisite venerdì scorso - ha ammesso in serata il numero uno del club ligure Enrico Preziosi - ma siamo tranquillissimi, i soldi che servivano al nostro bilancio li ha messi l'azionista di riferimento, cioè io. Il conto è tracciabile - prosegue Preziosi - sono state fatte tutte operazioni semplici e chiare, ove servisse saremmo pronti a dare qualsiasi chiarimento a qualsivoglia autorità competente". A quanto si è appreso, tra le squadre all'attenzione ci sarebbe anche il Bari.   

Tre giorni fa, quindi - quando con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro frutto di evasione fiscale di clienti italiani, è stato arrestato Andrea Baroni, fiscalista e tra i soci della Tax and Finance (T&F), società di consulenza fiscale di diritto inglese con sede operativa a Lugano e con uffici in tutto il mondo - l'operazione delle Fiamme Gialle è stata ben più ampia di quanto emerso finora.    

Come è già venuto a galla quello stesso giorno, si sono presentate nella sede milanese della Lega Calcio con un ordine di esibizione di documenti nel quale si ipotizza a carico di Infront, advisor della stessa Lega Calcio nella vendita dei diritti televisivi per i campionati 2015/2017, del numero uno della società, Marco Bolgarelli e di alcuni manager e due dirigenti di Rti (gruppo Mediaset) i reati di turbativa d'asta e turbata libertà degli incanti, in relazione all'operazione che risale tra l'aprile e il maggio scorsi. Ordine di esibizione che riguarderebbe anche Baroni, il cui nome si intreccia con la stessa Infront, società che gestisce appunto i diritti sportivi e che risulta essere tra i clienti della T&F.    

Ma quel che finora è rimasto inedito è che la Guardia di Finanza venerdì scorso ha effettuato perquisizioni nelle sedi di alcune delle squadre di serie A e B, sequestrando carte utili a questo filone di inchiesta che mira a ricostruire i retroscena della vicenda. Vicenda per cui i pm hanno contestato anche il reato di ostacolo all'attività degli organi di vigilanza, e in questo caso, non dell'Antitrust che cinque mesi fa aveva avviato accertamenti sulla gara per la vendita dei diritti, ma come è stato riferito in ambienti giudiziari, nei confronti della Commissione per la vigilanza e il controllo delle società di calcio. I pm, riguardo a questo capitolo, sospettano che Infront abbia effettuato "indebiti finanziamenti" estero su estero ad alcune società per consentire loro di far figurare, ai controlli della Covisoc, uno stato di salute 'buono' e un determinato equilibrio finanziario dimostrando in tal modo di aver rispettato i parametri economici richiesti dalla normativa sulle società calcistiche professionistiche ed evitando penalizzazioni. In sostanza, in questo caso, si ipotizza una sorta di ritocco irregolare al rialzo dei bilanci.    

Intanto questa mattina Baroni, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, non ha risposto alle domande del gip Giuseppe Gennari. Giudice che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del fiscalista, provvedimento dal quale risulta, senza che per questo ci siano gravi indizi di reato, come uno dei clienti della T&F anche Luigi Ugo Colombini, manager sportivo, non indagato, di alcuni dei più noti tennisti a livello mondiale come Andy Murray e Svedova Jaroslava
 

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  • pubblicato12.10.2015
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