Contenuti della pagina

"La storia" di Tiziana Di Simone

Cara la nostra Europa di oggi e di sempre

La storia non è uguale in tutti i paesi, nemmeno in Europa… Attila, visto dal decadente Impero romano e dai popoli che invase, fu un guerriero feroce, avido e crudele- e anche a ragione valutando i massacri dell’epoca. Fu invece un condottiero impavido, pieno di coraggio, un conquistatore visto dai popoli dell’Europa centrale- dal suo vasto Impero.

A Budapest ci si può dare appuntamento ad Attila Utca, via Attila. Tanto per dire…In quella stessa Ungheria che ha a capo del governo un neo-conservatore, Victor Orban, acclamato come l’uomo del rinnovamento quando nel ‘98 divenne a soli 34 anni uno dei più giovani premier d’Europa, e che oggi è bersaglio di critiche in tutta l’Europa.

La storia, almeno quanto la cronaca, è fatta da chi la scrive ma anche da come la si legge. Orban perse le elezioni per pochi voti nel 2002 ed è tornato al potere con più del 50 per cento dei voti due anni fa.

Orban è tornato al potere in Ungheria dopo otto anni di governi post comunisti, il paese è sotto intervento del Fondo monetario internazionale dopo al crisi del 2008 e deve gestire una fragilizzazione sociale sempre crescente.

Ha guidato il primo semestre di presidenza dell’Unione europea nel 2011 tra le critiche aspre per la legge sui media, per l’istituzione di un nuovo ente di supervisione sui mezzi d’informazione. Un mese fa è andato davanti al Parlamento europeo per difendere la sua nuova legge costituzionale messa sotto accusa dalla Commissione europea per violazione dei paramtri del diritto europeo. E Bruxelles attende ancora delle risposte concrete.

Il premier ungherese Orban viene così descritto da Attila, non quello della storia, ma da un collega della radio pubblica che ha perso il suo lavoro, Attila Mong- lo leggiamo sul quotidiano Le Monde. " Qualificare Orban come un fascista, una antisemita- è assurdo. In Ungheria c’è diversità di opinioni nei media, i partiti esistono e le elezioni sono libere. Ma il clientelismo nelle istituzioni agisce come contropotere e fragilizza la vitalità del dibattito democratico".

Parafrasando MONTAGNE

"La Storia ha le sue ragioni, che la ragione non conosce"