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"Storie di eroi" di Umberto Broccoli

Mia cara vecchia Europa. Si dice: "L’ uomo ha bisogno di eroi"
Forse per consegnare loro i sogni terreni. Si sogna di uomini forti, invincibili, quasi immortali. Il contrario di quanto si vede ogni giorno. Così l’ uomo antico, mia cara veccia Europa. Pensava a esseri eroici simili agli dei. Ma pur sempre uomini. Ercole, con una forza spaventosa. E poi Achille, invulnerabile, Ettore coraggioso, Enea, Ulisse e poi ancora, via a non finire. Ognuno di questi eroi ha una caratteristica da invidiare: la forza, la furbizia, il coraggio, la pazienza, le donne, gli amori.
Ma è proprio così necessario?
Forse non ne abbiamo bisogno, mia cara vecchia Europa. Forse abbiamo bisogno di normalità, ed è senz’ altro più difficile testimoniare eroismo nella normalità di tutti i giorni. Non è un eroe Achille, ma un pensionato, che riesce a sopravvivere in una società tendente alla rottamazione dell’ anziano.
Mia cara vecchia Europa: non è furbizia quella di Ulisse, quando riesce a sopravvivere alle avventure. È più eroico chi si avventura nella foresta della burocrazia e riesce ad ottenere i suoi diritti. Forse, in questo mondo, siamo un po’ tutti eroi. Anche perché quelle descrizioni straordinarie dei cavalieri senza macchia, senza paura sono (di fatto) senza realtà. A me non è mai capitato di incontrare uno spirito libero e generoso come Lancillotto. Semmai c’ è chi si spaccia per Lancillotto, poi non assomiglia nemmeno a Sancho Panza, persona con una sua dignità eroica ben definita.
La letteratura per ragazzi disegna ancora profili eroici, così come ne ha sempre disegnati, mia cara vecchia Europa. Coraggio, voglia di avventura, curiosità: caratteristiche dei protagonisti dei romanzi di Verne, di Stevenson, di De Foe. Leggendo, ci identificavamo nel capitano Nemo, in Phileas Fogg (l’ eroe del giro del mondo in Ottanta giorni). E, fra ragazzi, si tentava di imitare quegli esempi. La lealtà poteva far parte della realtà degli adolescenti cresciuti con Sandokan. Poi quei ragazzi sono cresciuti.
Mia cara vecchia Europa: non si sa come mai, ma quegli esempi sono spariti. È prevalsa la mediocrità, l’ arte di arrangiarsi. La verità negata, nascosta, il non detto. La lealtà è stata superata dalla realtà: fatta di fanfaronate, sparate, furbizie, astuzia, inganni, bugie.
Felice quel popolo che non ha bisogno di eroi, mi pare dicesse Bertold Brecht.
Mia cara vecchia Europa: in via generale, siamo d’ accordo: troppo spesso gli eroi sono figli di una retorica inventata. Ma anche quando un popolo avesse bisogno di eroi, farebbe fatica a trovarne. Sono restati imprigionati nelle pagine dei libri di avventura. E di là non sono più usciti, mia cara vecchia Europa.
In qualche caso qualcuno li ha visti seduti nei banchi, accanto ai ragazzi delle scuole. E, anche in quel caso, sono restati seduti là, aspettando altri ragazzi, pronti ad identificarsi nella lealtà dell’ eroe raccontato, e altrettanto pronti a dimenticarlo travolti dalla realtà, da sempre più forte di ogni lealtà.