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"Crisi" di Tiziana Di Simone

Cara la nostra Europa di oggi e di sempre

Ormai non passa giorno che non si senta parlare d’Europa. Titoli di quotidiani, radio più che tv, ma anche al bar, in fila alla posta, quasi quasi aspettando Godot, tutti citano l’Europa. A volte in senso negativo- per la crisi che attraversiamo- a volte in senso positivo- è l’Europa che ci salverà.

“Credo che l’Unione europea resti la più bella costruzione che l’umanità abbia messo in opera”- ha detto il presidente del Consiglio Monti durante la conferenza stampa  con la signora cancelliere Merkel in settimana a Berlino. Nonostante la crisi, le critiche all’Europa dei mercati e dei mercanti, la mancanza di coraggio politico per andare avanti nel progetto, sono in  pochi a voltarsi indietro a guardare cosa si è costruito.

Non è retorica ricordare che abbiamo resistito come spazio di pace per più di mezzo secolo. Certo non siamo nel mondo perfetto e le indecisioni sono il prezzo che l’Europa paga per restare insieme, per dare voce a tutti, per non  tornare ad aggredirci rispettando il vicino. E’ proprio la crisi a dover spingere sempre più verso la creazione di uno spazio di diritti condivisi, di regole comuni da applicare tutti.

A guardare spaccati delle nostre società europee non c’è tanto da essere ottimisti.

I giovani greci emigrano in Australia- solo lo scorso anno 2500. In Irlanda, altro paese del contagio, giovani squatter hanno deciso di occupare le “case fantasma” gli immobili costruiti durante il boom e rimasti vuoti perché abbandonati dopo lo scoppio della bolla immobiliare. L’emergenza economica in Spagna ha portato a scoprire una nuova tendenza sul mercato immobiliare: la coabitazione. Non è una moda  glamour, ma una necessità: si sub-affitta una stanza in casa propria per arrivare a fine mese. A Budapest la crisi finanziaria è sempre più forte e si allungano le file per un pasto caldo non solo per senza tetto ma anche per anziani e famiglie bisognose. Perfino nella virtuosa Germania 8 milioni di persone guadagnano intorno ai 700 euro al mese.

E’ per quest’Europa a pezzi che bisogna agire. Contro nazionalismi rinascenti, contro le lobby, contro l’immobilismo. E’ l’Europa della solidarietà, quella che ci tiene insieme senza guerre da oltre mezzo secolo, a dover arrivare. Perché non è più tempo di stare ad Aspettare Godot!