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"Neve" di Tiziana Di Simone

Cara la nostra Europa di oggi e di sempre
Oltre la storia c’è il  presente, anzi direi la cronaca di giorni annunciati. Come ricordavo nel presentare la voce del commissario europeo ai trasporti in prima parte, Kallas, gli esperti della navigazione europea, proprio il giorno del disastro di Costa Concordia, nelle discussioni spesso paludate di Bruxelles dicevano “bisogna far qualcosa prima che qualcosa accada”. Non è la prima volta e non sarà l’ultima, la cronaca di disastri annunciati… come quello che è accaduto a Roma, tre giorni di allerta meteo ed ecco la capitale in ginocchio, e non è una metafora. Ieri sera attraversando a piedi- senza metro e senza taxi- il pieno centro di Roma piazza del Popolo ho aiutato due persone a rialzarsi da terra. Erano scivolate su quell’enorme pappa di neve e acqua che ieri sera era il pieno centro di Roma. Un deserto bianco e inquietante dove avrebbe potuto apparire in ogni momento il vascello fantasma dell’olandese volante.
Stiamo scivolando, anzi  siamo caduti. Inciampati nella nostra capacità di prevedere. Prevedere le crisi finanziarie, lo abbiamo detto per due anni dopo il fallimento americano di Lehaman e Brother, e poi eccoci dentro una spirale imprevedibile.
Si può vedere e prevedere con il gps e con Galileo, quando funzionerà. Oggi possiamo individuare veicoli ovunque. Eppure eccoci prigionieri della rampa del raccordo anulare, dove era già tutto previsto…Come il maltempo che attanaglia i treni e lascia centinaia di persone prigioniere. Oppure come era successo lo scorso anno in autostrada.
Tra le voci europee che mi è capitato di ascoltare, c’è un’altra registrazione sempre del Commissario ai trasporti Kallas, che in dicembre prima delle vacanze di Natale presentava il piano per gli aeroporti in caso di  nevicate. Babbo Natale è passato tranquillo con la slitta in mezzo al traffico aereo europeo, adesso l’allerta è per questa ondata di maltempo. A Bruxelles ieri nevicava. Il traffico è andato in tilt, ma i trasporti pubblici funzionavano. Visto che la globalizzazione e l’Europa ormai non  conoscono confini, nemmeno per la neve, sarebbe bene che tutte le capitali si preparassero non solo a lanciare l’ allerta.
 In Europa non deve funzionare solo l’euro.