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"Europa in mutazione" di Tiziana Di Simone

Cara la nostra Europa di oggi e di sempre,
l' Unione a 27 è una strana creatura della Storia, un progetto in movimento. Fa pensare ai mutanti, personaggi che nei fumetti o nei film, insomma nella fantasia, diventano a volte eroi con super-poteri, a volte mostri.
L’Unione europea è un po’ tutte e due. L’eroina alla quale si conferiscono idealmente i superpoteri per poter cambiare la Storia, superare le crisi, proteggere i cittadini- consumatori.
Un giorno, l’Unione europea-come un mutante-  diventerà Federazione di Stati Nazione. come ha rilanciato in settimana il presidente della Commissione europea, Barroso. E’ così che l’eroina vincerà la crisi della democrazia rappresentativa.
Altro che super poteri o astuzie istituzionali, giuridiche o modifiche dei Trattati!
Ma l’Unione- mutante diventa mostro. Una formazione istituzionale che non trova pace, che continua a interrogarsi, ad esempio, sulla possibilità di eleggere un presidente della Commissione su indicazione dei partiti politici europei. Ma quali partiti? Esiste solo una somma di sigle, e quelle formazioni politiche giocano sui tavoli nazionali.
Poi spuntano nel dibattito, a volte direi nel fumettone europeo, le super cariche. Mister terrorismo, mister euro e via dicendo. Come non lo sapevate? Prima o poi  avremo anche un ministro delle finanze europeo? Ma diceva bene l’ex premier spagnolo Gonzales, quel ministro europeo dovrebbe avere la rappresentatività dei diversi paesi perché i cittadini sappiano davanti a chi risponde delle sue scelte..
Eppure dopo le decisioni della BCe sullo scudo antispread e il via libera della Corte costituzionale tedesca al fondo salvastati, l’euro riprende fiato, spunta un velato ottimismo
Ma il fumettone continua tra eroi con superpoteri e mostri.
Per chiudere e recuperare come diceva Broccoli, la memoria, la visione troppo corta della storia;  vi lascio con le parole di un’intervista tratta da La Repubblica del 2010 al padre dell’euro Jacques Delors.   
"I media ogni giorno rincorrono una nuova emergenza come se quella del giorno prima fosse risolta. I cittadini sono persi tra la dimensione locale e quella mondiale e per molti di loro la risposta idenditaria è quella del localismo e del populismo. E i governi li assecondano e li inseguono. Nessuno più ha la capacità culturale di indicare l’Europa come un modello a cui rifarsi. Abbiamo perso la memoria di dove veniamo. Come possiamo avere la visione di dove vogliamo andare?"