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"Violenza" di Umberto Broccoli

 

Cara la mia vecchia Europa: quanta violenza nelle descrizioni di guerre e battaglie!
Quanta violenza raccontata nel mondo antico. Allora sì, la vita era una barbarie. Tempi oscuri nei quali si trascinava un cadavere, facendone oltraggio. Tempi gravi nei quali esisteva la schiavitù e l’ uomo si rapportava da dominatore con il suo simile. Tempi antichi e rozzi… Tempi passati, perché noi ora viviamo nel progresso. Anzi, viviamo il progresso.
Nell’ illusione, mia cara vecchia Europa Nell’ illusone di aver lasciato alle spalle tutto questo. Nell’ illusione contraddetta dalla nostra quotidianità. Una quotidianità nella quale, nel mondo, muore un bambino ogni tot secondi. E se ne parla, perché fa parte delle statistiche.
Mia Cara Vecchia Europa: non appartengono al mondo antico le oscenità sugli esseri viventi. Il terrorismo ha portato lo scempio nelle strade: corpi martoriati, oltraggiati, polverizzati. Con la colpa unica di essersi trovati nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. Allora la società civile risponde al terrorismo: ed è guerra. Con le storie consuete al mondo della società civile: altri estranei alla guerra spazzati via, perché troppo vicini alla guerra. E un bagaglio di violenze, torture, omicidi. Stigmatizzati, perché la società civile stigmatizza. Dopo, mia cara vecchia Europa
Con un crescendo tipico e sempre uguale quando si parla dell’ oltraggio, quale che sia. Dall’ insulto per motivi di viabilità, alla guerra. Non troverete mai una persona pronta a giustificare preventivamente offese e violenze. Poi entrerà in campo il “ma”. E allora inizierà il crescendo.
“Sono un tipo pacifico, ma…”. A quel punto, tutto si legittima. Il “ma” avversativo per definizione, crea avversari e avversità. E porta allo scadimento dell’ uomo. Con teorie sempre più raffinate, pronte a ragionare sulla necessità del combattere, perché fa parte dell’ istinto dell’ uomo.
Mia cara vecchia Europa: Achille fa scempio del cadavere di Ettore. E –sono certo- ha colpito tutti noi: quella polvere, quel cadavere trascinato e straziato. Vi sembrano immagini lontane? A quante pulizie etniche abbiamo assistito con fosse comuni, corpi irriconoscibili, e altri orrori del genere? Oggi si studia a scuola, la storia della pulizia etnica degli achei contro i troiani. Oggi si impara a memoria la storia di Enea, profugo, costretto a scappare dalle rovine della sua casa con il padre sulle spalle e il figlio per mano. E, mia cara veccia Europa,  questa immagine letteraria è oggi per noi un’ immagine fotografica e reale.
 LA storia racconta, mia cara vecchia Euorpa.
Decimazioni, distruzioni, liste di proscrizione, persecuzioni, decapitazioni, crocifissioni. La storia ripete da millenni le stesse storie, costruite sulle macerie volute dall’ uomo. L’ uomo dell’ oltraggio, l’ uomo del “ma”.
L’ uomo pronto a raccontare le storie, dimenticando la storia. Quasi come se questa storia riguardasse altro da sé, dimostrando una vocazione narrativa: l’ uomo racconta gli oltraggi fatti agli altri uomini e diventa complice inconsapevole di chi ha fatto. Mia cara vecchia Europa: chi ascolta diventa complice a sua volta in una catena di racconti ricavati sui ricordi di chi ha oltraggiato e sull’ oblio, sulla dimenticanza degli oltraggiati.