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"Titanic" di Umberto Broccoli

È una tragedia del Novecento, mia cara vecchia Europa. E, pensandoci su, ne rappresenta perfettamente ogni contraddizione. Forse il Titanic è il simbolo del Novecento, insondabile, come tutti i simboli.
Se i contemporanei avesser saputo leggere al di là della sciagura, forse avrebbero capito il senso di quel secolo al debutto. 
Si presentava nel segno del progresso, delle acquisizioni della scienza, del mito della tecnica. La luce elettrica, gli esperimenti per le comunicazioni radiofoniche, il cinematografo, l’ automobile, la forza del vapore addomesticato e utilizzato per far andare avanti treni, macchine, navi, le città sempre più illuminate, le scoperte nella medicina, la realizzazione del sogno dell’ uomo…
Mentre il Titanic lasciava il porto e affrontava il mare come il più grande oggetto mobile costruito dall’ uomo, nel cielo si affacciavano i primi aeroplani e si realizzavano millenni di tentativi e di esperimenti. Il novecento si resentava a tutti come il secolo dell’ invincibile.
Nel secolo dell’ invincibile, inevitabilmente doveva prendere il mare un mostro nel quale prendevano posto nelle cabine, non soltanto i viaggiatori, ma tutta l’ arroganza, tutta la presunzione, nonché ogni eccesso dell’ uomo oramai lanciato alla conquista del divino. Il Titanic era il simbolo di tutto questo. Il Titanic debuttava nel novecento, a sua volta debuttante nella storia dei secoli. E, debuttando entrambi, sembravano dire “ecco l’invincibile!”.
Il Titanic prendeva il largo come la metafora del Novecento, secolo apparentemente inaffondabile, perché prodotto dell’ invincibile. Ma la storia è nota.
Il Titanic naufraga, battuto dalla natura. Il Titanic si schianta contro una montagna d’acqua. Un paradosso: la più grande creatura mobile dell’ uomo, viene affondata dall’ elemento congelato da cui l’ uomo deriva. Quell’iceberg sembrava dire: “l’ uomo è nato dal’ acqua, ma forse si è montato la testa. La stessa acqua in grado di dare la vita, è capace di annientare la superbia e dimostrare ancora una volta come e quanto l’ uomo sia vincibile. Perché la categoria dell’ invincibile, non ti appartiene, uomo!”
Il Titanic, paradosso del Novecento. Il Titanic simbolo insondabile. Se ci si fosse soffermati per un momento sul significato di quella tragedia, forse l’ uomo del Novecento, avrebbe interpretato il suo secolo. Ma non è andata così.
L’ uomo del Novecento è andato avanti fra le onde del secolo, coltivando il mito dell’ invicibile. E di lì a qualche anno ha pensato di inaugurare la stagione delle guerre mondiali, partite dal porto della follia due anni dopo il naufragio del Titanic. E sul molo di quel porto, tanta gente affollata alla ricerca di un posto per imbarcarsi a tutti i costi e adnare a conoscere da vicino l’ eroismo del combattimento…
Lasciando il porto della follia alle sue spalle, l’ uomo invincibile del Novecento ha incontrato l’ iceberg della prima guerra mondiale, ma non si è fermato a riflettere. In qualche modo lo ha superato con danni, e ha continuato a spingere a massimo le macchine a vapore del progresso.
Ricerca, scienza, tecnologia: sempre più avanti, sempre più forte. Non basta il mare, si corre sulla terra, sul cielo. Non bastano le trincee, si arriva dall’ alto a minacciare il nemico vincibile. Ma nessuno si sente vincibile. Gli invincibili hanno questa caratteristica: si scontrano, non si incontrano, perché nessuno dei due riconosce a se stesso la possibilità di schiattare.
E così l’ uomo del Novecento, in grado di interpretare i segnali della scienza, si è messo a correre sempre più forte nel mare del progresso, partendo dallo stesso porto della follia. Con le macchine sotto pressione, sempre più pressione, sempre più pressione…
Sul molo del porto, nessuno ha voluto restare a terra. Tutti hanno voluto prendere parte al viaggio inaugurale della nave Novecento.. la Navecento. Per cui ci siamo trovati di fronte all’ accelerazione dle progresso tecnologico e l’ invincibile si è calato nella mentalità dei popoli: ecco le dittature. E cosa sono mai le dittature de Novecento, se non tanti viaggi del Titanic? Viaggi partiti nel segno della possanza, dell’ ingombro, del lusso, della vita facile, della dimostrazione di potere, per arrivare a naufragare con pochi superstiti e tante vittime.Il Titanic è il simbolo del Novecento. Ascritto dall’ uomo nella categoria dell’ invincibile, si schianta contro l’ elemento della vita, l’ acqua gelata. E quindi si schianta contro se stesso.