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"Entente cordiale"

Cara la nostra Europa di oggi e di sempre
Ci vorrebbero più "entente cordiale", intese, alleanze e amicizie per poter uscire dallo stato di empasse, rinvii, e attesa, ormai troppo lunga. Un’attesa politica che non trova intesa perché i leaders di oggi hanno paura di decidere.
Sono sempre più politici e sempre meno statisti. Come diceva Alcide De Gasperi, uno dei padri fondatori dell’Europa :"Un politico guarda alle elezioni. Uno statista alla prossima generazione" . Ce lo sentiamo ripetere all’infinito per decidere ci vuole visione. Ma la vista di questi tempi è miope. Non è un caso che il 2013 sarà l’anno delle elezioni politiche in ben 15 paesi dell’Unione europea. E di statisti nemmeno l’ombra.
L’ ex cancelliere socialdemocratico Gerard Shroeder in una recente intervista ha esortato anche la politica comune europea ad avere più coraggio. "Assumersi in prima persona il rischio di prendere decisioni dolorose senza vedere i frutti positivi che arriveranno due o tre anni dopo - questa è leadership politica!"
Ma quando vediamo i 27 seduti intorno a un tavolo pronti tagliare fondi, sforbiciando qua e là, ma lasciano non affondano mai il bisturi per curare quella gravissima ferita che è la disoccupazione giovanile in Europa, non possiamo che perdere la fiducia nella leadership politica.
Non sarà un caso che in un recente sondaggio dell’Ispo , l’istituto per gli studi sulla pubblica opinione, sulla fiducia degli italiani nei confronti dell’Unione europea, solo il 4 per cento ha fiducia nei partiti politici. E secondo l’ultimo eurobarometro solo il 18 per cento degli europei guarda con fiducia ai partiti.
Come diceva poco fa Umberto sta male chi non decide e sta peggio chi vede l’altro non decidere. In pratica noi cittadini che aspettiamo un segnale di fiducia, una  qualche decisione che mostri il coraggio dell’agire.
Quando un dente fa male bisogna cavarlo, l’ascesso va curato o degenera. Ci vuole coraggio ma la cura bisogna trovarla.