Contenuti della pagina

"Dire di amare" di Umberto Broccoli

Cara mia vecchia Europa, non sono particolarmente legato agli animali. Ma rispetto chi li ama.
Ecco, appunto: chi li ama. E non chi ama se stesso in loro. Poiché non so quanto amore ci sia in chi sceglie di prendere un cucciolo (di cane, di gatto) e regalarlo ad un bambino quasi fosse un giocattolo. E, come se fosse un giocattolo, abbandonare quel cucciolo alla prima occasione in cui il bambino si stufa. Mi dirai: non succede sempre. E’ vero, ma succede, mia cara vecchia Europa.
Così come non amo chi dice di amare gli animali e li lascia a casa, chiusi, con il diritto ad una passeggiata notturna, generalmente utilizzata dal padrone per fare telefonate clandestine con il suo telefonino cellulare.
Chissà cosa mai potrebbero raccontare quei cani, se interrogati e in grado di parlare, mia cara vecchia Europa
E, mia cara vecchia Europa, non amo molto chi immagina l’ animale come se fosse un uomo. E’ un animale, punto e basta. E mi infastidisco quando vedo coccole fatte a cuccioli come se fossero bambini. Così come non posso apprezzare la voglia di rendere un animale per quanto più possibile simile ad un uomo. Per cui il cane si sceglie se fedele ed obbediente. Mentre il gatto si rifiuta perché troppo indipendente. Luoghi comuni, sì: ma ben radicati, mia cara vecchia Europa.
E così, ancora una volta, emerge la mentalità al maschile di quasi ogni azione della nostra vita quotidiana: l’ animale si accetta se quell’ animale subisce l’ uomo. Se si lascia ammaestrare, se mostra di soffrire per l’ assenza del padrone, se evita di protestare troppo se lo si coinvolge in operazioni lontane dalla sua portata. Uno schiavo, insomma.
E allora, mia cara vecchia Europa?
E allora il mio amare a distanza gli animali, mi sembra un atto di amore molto più forte di chi (dicendo di amare gli animali), in realtà ama solo se stesso e ama vedersi riflettere il suo narcisismo anche negli occhi di un cane fedele.