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A casa di Augusto

in onda domenica 7 ottobre 2012 alle 13.20

Il Tesoro di Boscoreale fu scoperto nel 1895 nelle vicinanze di Pompei per essere poi subito trasferito nella parte più ricca del mondo d’allora, Parigi. L’Italia, appena unita, non era ancora capace di darsi un destino e una politica culturale. I proprietari del tesoro erano vissuti negli anni di Augusto. Una collezione di capolavori che rappresentano il meglio del gusto nel primo secolo d.C.  La acquistò il barone Edmond de Rotschild, donandola quasi per intero al Louvre.

Philippe Daverio, autore e conduttore della trasmissione, si chiede se fosse davvero così lussuosa quell’epoca. Per scoprirlo si reca nella Casa di Augusto a Roma, sul Palatino.

Ottaviano acquistò questa casa prima di diventare Augusto nel 27. La trasformò integralmente, costruendovi il primo palazzo amministrativo e personale dell’Impero. Un palazzo dal gusto eccellente e calibrato. Nel passaggio dalla repubblica all’impero emergeva infatti una tendenza al lusso più raffinato. Ne sono testimonianza i reperti conservati al Museo Nazionale di Palazzo Massimo di Roma, integrati nel corso di quest’anno da quelli presentati dalla mostra ivi allestita Rosso Pompeiano. La decorazione pittorica nelle collezioni del Museo di Napoli e a Pompei.

Sorprendente è la qualità pittorica dei decori, straordinariamente eleganti, svolti con mirabili tecniche dovute a mani di artisti molto abili, con curiose analogie con la pittura del ‘600 e ‘700, dai Bamboccianti alle scene pastorali. Un capolavoro assoluto dell’epoca è la Villa di Livia a Prima Porta, dove si mescola l’abilità pittorica con un senso della realtà e un profondo sapore di poesia, tra gli alberi della quotidianità piazzati all’interno di un finto giardino che attraverso un muretto comunica e dialoga con il giardino vero. Pompei ed Ercolano hanno restituito un cosmo pittorico vastissimo sempre molto interessante, non necessariamente di altissima qualità. Talvolta però il gesto pittorico è totalmente privo di ingenuità, perfettamente capace, controllato, maturo e si assiste ad autentici capolavori paragonabili a quelli della pittura di sempre, come questo affresco più caravaggesco dello stesso Caravaggio.

Lo conferma un’altra mirabile scoperta avvenuta alcuni anni fa durante i lavori di allargamento per la terza corsia della Roma – Salerno. Una casa da veri signori, forse amici del giro di Nerone. Una casa che preannuncia gusti e modi che saranno protagonisti anche nei mondi futuri. Qui si possono vedere già il David di Michelangelo ed echi dei cavalli di De Chirico. Tutto sembrava quindi già scritto, pensato e rappresentato nella Città Eterna, dove tutto rimane eterno, forse unico posto al mondo.

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