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Tunis

in onda domenica 31 marzo 2013 alle 13.20

Passepartout sbarca in Tunisia per conoscere più da vicino la storia, l’arte e la cultura di questa terra, nostra dirimpettaia.

Il viaggio comincia da Cartagine, forse la rivale più insidiosa dell’antica Roma. I suoi resti impongono subito all’attenzione l’area del porto circolare, vero punto di forza della potenza marinara, e accanto i segni del colonialismo romano. Ville sontuose, edifici termali, luoghi di svago come l’arena gladiatoria e il teatro, tutti in gran parte corredati da impianti musivi di grandissima qualità, delineano una rinascita della città dopo la sua distruzione. Proprio l’arte musiva sembra essere la caratteristica artistica più sviluppata della zona, come è dimostrato dalla sorprendente collezione di mosaici del Musée National du Bardo di Tunisi, certamente una delle più consistenti del mondo. Si tratta di mosaici splendidamente conservati, veri e propri tappeti di pietra, che oscillano dai dettagli minuziosamente decorativi ad una fattiva descrizione della vita di quel mondo antico. La loro quantità e l’infinita mole di storie narrate danno l’impressione che il museo possa essere una sorta di biblioteca del fumetto antico.

Il museo delinea anche un percorso artistico che ripercorre le fasi più significative della storia tunisina: gli anni di Cartagine con una serie di importanti bronzi di matrice ellenistica e il periodo della conquista romana con una pletora di statue che sembrano osservare stupite le forme e i dettagli delle stanze che le ospitano. Ambienti originariamente adibiti ad ospitare gli appartamenti del Bey (la monarchia locale) e caratterizzati da un bizzarro sincretismo musulmano ottocentesco. C’è poi la registrazione del cambio di gusto dal mondo romano alle astrazioni bizantine che confluirà nella cultura islamica dell’impero ottomano.

Fuori da questo eccellente museo Philippe Daverio va a scoprire la città di Tunisi, dove vige una commistione di stili contrassegnati da un forte eclettismo orientale, anche se i suoi contorni rivelano un profondo legame con la cultura occidentale e mediterranea.

Una connotazione tutta particolare contraddistingue il recente passato dello stile decorativo della città, che restituisce una sorta di dominio del bianco e del blu. Per capirne le origini Daverio si reca nel caratteristico paesino di Sidi Bou Said, noto per essere un centro di attrattiva per gli artisti di tutto il mondo, come Paul Klee che proprio lì si recò con l’intento di cercare una luce diversa. Qui negli anni ’10 del XX secolo il Barone Rodolphe d’Erlanger, pittore e musicologo francese, si fece costruire una bellissima casa caratterizzata nei suoi elementi esterni proprio da questo binomio dialogante tra il bianco della calce delle mura e il blu delle finestre e delle balconate. Una sorta di esaltazione di quel trionfo coloristico permesso dallo sviluppo delle vernici prodotte industrialmente. Gli interni, che ancora conservano intatti il suo studio da pittore e un’interessante collezione di strumenti musicali, evidenziano poi il suo geniale gusto eclettico orientalizzante, in cui è riuscito a dosare mirabilmente gli elementi stilistici più disparati in un equilibrio così controllato da fare di questa abitazione un gioiello architettonico a tutti gli effetti.

Gli stessi elementi si riscontrano in un’altra mirabile opera architettonica: il Dar Lasram, oggi sede dell’Associazione della Salvaguardia della Medina di Tunisi. Commistioni di stili e di culture per un eclettismo quasi endemico che emerge anche ammirando il panorama della città di Tunisi, dove convivono il vecchio e il moderno, e dove ovviamente non poteva mancare il più esotico degli stili europei, l’art nouveau, eredità di una presenza coloniale francese piuttosto soft almeno fino agli anni ‘30, quando cominciò ad inasprire il suo carattere di potenza dominante. Da qui cominciò un percorso che portò alla totale indipendenza della Tunisia e che ebbe come principale protagonista Habib Bourgiba, primo presidente della nuova repubblica a partire dal 1957.

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