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Littera Antiqua

in onda domenica 2 dicembre 2012 alle 13.25

“Passepartout”, il programma d’arte e cultura di Rai3, prosegue il discorso cominciato la scorsa settimana incentrato attorno alla figura del Petrarca.

Un piccolo ciclo speciale che vuole non tanto celebrare il poeta quanto invece testimoniare la sua eredità culturale e attualità. Dopo aver attraversato le fasi più significative della sua biografia, dalla natia Toscana all’Avignone dell’esilio del papato, dalla Milano dei Visconti alla Venezia dei dogi, passando e attraversando tante altre città ed altre corti, Pavia, Mantova, Roma, Verona, fino alla morte avvenuta nel 1374 ad Arquà, vicino Padova, questa volta Philippe Daverio svolge la sua indagine nell’ambito della sfera “professionale” di Petrarca, attinente quindi al mondo della letteratura e dei libri, nella loro duplice veste di oggetti portatori di importanti segni poetici ed estetici.

Daverio incomincia il suo racconto partendo da un’epoca meno lontana di quella di Petrarca, andando a scovare nel Museo Diocesano di Visso (MC), visitato nel giorno della sua inaugurazione, tra dipinti che raccontano la storia della fede locale, scritti autografi di Giacomo Leopardi che contengono note ai testi di Petrarca, destinate ad un commentario pubblicato a circa 500 anni di distanza dalla nascita del poeta toscano, quasi a voler dire che la celebrazione degli anniversari non è prerogativa solo del nostro tempo. Il passo successivo è invece incentrato direttamente su Petrarca e su una mostra allestita presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano, “Francesco Petrarca. Manoscritti e libri a stampa della Biblioteca Ambrosiana di Milano”.

Tra manoscritti, codici miniati, libri preziosissimi, sia per il loro contenuto culturale che estetico, scritti o posseduti dal poeta, l’attenzione si concentra su alcuni oggetti di rara bellezza ed importanza. Come un libro con testi di Virgilio, ereditato dal padre, e nel quale tra le righe Petrarca inserisce annotazioni e commenti, invitando anche il più grande pittore di allora, Simone Martini a dipingerci una miniatura, l’unica conosciuta di questo artista, raffigurante lo stesso Virgilio. O come un altro testo che reca la firma di Boccaccio. Fino a rivelare come Petrarca stanco del gotico abbia voluto inventare un nuovo segno grafico, una scrittura propria e più attuale, forse perché più antica, nel solco del suo amore per la classicità. Nasce così la “Littera Antiqua”, un primo passo del Rinascimento. Non è un caso forse che negli stessi anni, lui già ampiamente celebre e stimato, appaia in un ciclo di affreschi di Benozzo Gozzoli a Montefalco, trovandosi accanto a Dante e a Giotto. Dante, Giotto, Petrarca, l’Italia sta già formando i suoi miti, avviandosi verso il Rinascimento.

La tappa conclusiva della vita terrena del poeta è stata Padova, città che gli ha dedicato la scorsa estate una grande mostra commemorativa. Anche questa mostra presentava manoscritti, codici miniati, libri, scritti autografi del poeta, attraverso i quali si è potuto assistere al trionfo nel tempo della “Littera Antiqua”, osservando anche come pittori, incisori, artigiani delle così dette arti minori sia contemporanei che successivi siano stati particolarmente influenzati dalla cultura petrarchesca fino a dare vita con i “Trionfi” ad un vero e proprio filone iconografico. In realtà Petrarca, un po’ dimenticato sui banchi del liceo, sembra rinascere nel libro oppure nella miniatura, ma anche nelle pareti di Padova. A tal proposito la Cappella Lupi Soragna a Padova, affrescata da Altichiero, è un documento eccezionale: nella moltitudine delle figure appare anche Petrarca con un personaggio che da dietro lo indica come a volerne sottolineare l’importanza che già rivestiva presso i suoi contemporanei. Ed Altichiero lo ritrarrà poi anche nella chiesa di Sant’Antonio, sempre a Padova.

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