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C’era una volta

in onda domenica 6 gennaio 2013 alle 13.25

Due mostre per parlare di storie e mondi lontani, una al Louvre di Parigi intitolata Babylone, l'altra all'Antikenmuseum di Basilea, Omero. Il mito di Troia nella poesia e nell'arte.

In Mesopotamia, più o meno nell’odierno Iraq, nacquero le prime civiltà dette potamiche e con esse la prima agricoltura. Trovarono terreno fertile tra due fiumi, meso potamos, il Tigri e l'Eufrate. Qui Uruk fu forse la prima vera città degli umani, dove il neolitico diventò urbanistico e dove il potere del tempio e dei i sacerdoti iniziò a combinarsi con quello del re. È impressionante la qualità di manufatto della civiltà sumerica, risalente a quasi 5.000 anni fa.

Una storia di città incredibili, che prima crescono, poi diventano immense e quindi dopo secoli scompaiono nel nulla: Uruk, Ur e finalmente Babilonia, che come le altre cresce, crolla, rinasce, decade di nuovo. Babilonia, per tutti noi è la città atavica per eccellenza, la prima di cui si dice che abbia superato il milione di abitanti. Babilonia è stata anche il simbolo del male per i testi sacri d’Israele, la città terribile che verrà distrutta in contrapposizione alla Gerusalemme celeste nell’Apocalisse. Un simbolo di disordine come la sua torre, lo zigurrat chiamato etemenanki che quando crollò non fu infatti più ricostruito.

La Mesopotamia ci ha lasciato anche un'altra eredità, Omero, forse il più famoso tra i poeti di tutte le epoche. C’è una questione complicata su cui da anni si dibatte: chi è Omero? Discussione riaperta di recente da un archeologo austriaco, Raul Schott, che ritiene la formazione di Omero fosse avvenuta nell’ambito della cultura d'oriente. E sostiene addirittura che Troia non sarebbe in quella straordinaria e mitica collina che guarda fino in fondo la linea d’orizzonte del mare, quella dalla quale apparvero un mattino le vele minacciose degli Achei, ma che si collocasse molto più in là, in Cilicia. La questione ovviamente non ha convinto tutti ed anzi quelli che la pensano in modo contrario sono decisamente la maggioranza, però ciò che è sicuro è che Omero rappresenta un mondo bizzarro e genetico che tocca di qua e che tocca di là.

Un mondo che racconta le questioni dell’Egeo, ma che sicuramente trae ispirazione da molto più ad oriente, là dove nacque la civiltà. Oggi tutto sembra vivere tutto insieme, tra archeologie non ancora studiate e archeologie studiate, con opere straordinarie che di questa storia lontana ci danno testimonianze sempre più precise.

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