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La tesi di Carlo Magno

in onda domenica 2 ottobre 2011 alle 13.25

Questa settimana Philippe Daverio si occupa di Carlo Magno: A più di un millennio di distanza, l’azione storica di Carlo Magno appare di una straordinaria attualità. Il tracciato del suo impero sembra ricalcare gran parte di quelli dell’attuale Europa Unita.

Aachen, Aquisgrana, il racconto inizia dal centro dell’Impero Carolingio, luogo nevralgico e perfettamente compatibile per il controllo e l’esercizio del potere nell’Europa tra VIII e IX. Un dato curioso è la sua vicinanza geografica con le attuali sedi del governo europeo, Bruxelles e Strasburgo, quasi a voler sancire una sorta di linea di continuità tra l’antica idea di Europa e quella attuale. Il Duomo di Aquisgrana è un edificio fantastico, dove in mezzo alle sue strutture successive appare ancora il celebre ottagono della Cappella Palatina, voluta da Carlo Magno. Il Duomo conserva un manufatto mitico, carico di storia e di significati: il cosiddetto trono di Carlo Magno, dove probabilmente lui non vi ha mai trovato conforto perché assomiglia molto di più ad una cattedra episcopale. Studi recenti hanno registrato una clamorosa scoperta: le lastre di marmo che compongono questo trono proverrebbero dal Santo Sepolcro a Gerusalemme.

Un altro documento eccezionale all’interno della Cappella Palatina è il tesoro di Carlo Magno che contiene una serie di oggetti - a lui appartenuti o di epoche contigue - che si rivelano incredibili per comprendere lo spirito estetico dell’epoca carolingia, il suo costruire civile e religioso, il legame ancora non reciso in modo netto con lo stile figurativo della romanità. Da Aquisgrana si passa a Milano, seguendo il percorso di Carlo, re dei Franchi e dei Longobardi, fino alla sua incoronazione ad imperatore avvenuta a Roma nel Natale dell’800. Un edificio molto complesso come la Basilica di Sant’Ambrogio registra una serie di preziosissime presenze dal VI, VII secolo fino all’XVII. E’ un documento fondamentale per comprendere l’epoca carolingia e non solo. Quasi a dimostrazione che quel mondo renano da cui provenivano sia Ambrogio che Carlo, compresi i quattro secoli di distanza tra i due, non era affatto un mondo barbaro ai confini della civiltà, ma era invece intriso di una profonda cultura, non priva di interessanti gesti estetici. Gettando un po’ di luce diretta su questi secoli bui si può cambiarne la consueta percezione. Milano contiene una serie di reperti molto interessanti che descrivono questa linea estetica di grande qualità, dal Museo Archeologico al Museo Diocesano fino al Castello Sforzesco, manufatti, reliquie, argenti, avori di incredibile fattura e spessore stilistico.

A pochi km da Milano, nel Duomo di Monza, è conservato un altro reperto eccezionale, forse il suggello complessivo di tutto il racconto della puntata: la Corona Ferrea. Oggetto mitico e al contempo reliquia, secondo un’antica tradizione conterrebbe una lamina di ferro fermata con uno dei chiodi della crocifissione di Gesù: il chiodo, ritrovato a Gerusalemme da Sant’Elena madre di Costantino, sarebbe stato donato a Teodolinda da papa Gregorio Magno.

In passato si pensava che avesse cinto la testa anche di Carlo Magno ed infatti Carlo IV nel Trecento e Carlo V, così come Napoleone, credendo a questa tradizione vollero imitare simbolicamente questo gesto.

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